Calcio Femminile

Federica Cappelletti: «Calcio femminile, la comunicazione è importante»

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Le parole di Federica Cappelletti, presidente della Divisione Serie A femminile della Figc, sul movimento femminile

Sono quasi tre anni che Paolo Rossi non c’è più, ma il suo ricordo è ancora molto presente in tutti. Anche grazie alla presenza della moglie Federica Cappelletti. Giornalista, è stata eletta presidente della Divisione Serie A femminile della Figc. Con l’avvicinarsi del Mondiale, al quale parteciperà la Nazionale di Milena Bertolini, si è raccontata in un’intervista al Corriere della Sera.

COME RAFFORZARE IL PROFESSIONISMO NEL CALCIO FEMMINILE – «Con un’autonomia sostenibile della Serie A, il coinvolgimento dei club, la piena applicazione dell’apprendistato (riconosciuto per legge nel 2021), il riconoscimento da parte del Governo dell’avviamento al professionismo (che prevede sgravi fiscali per i contratti alle giovani atlete), la crescita dei vivai, una maggiore visibilità e, quindi, introiti più alti da distribuire alle società. La prossima sarà una stagione di passaggio importante: ci aspetta un lavoro enorme».

AL CAMPIONATO MANCANO ANCORA SPONSOR E TV – «Saremo presto in grado di comunicare novità».

COME FAR CRESCERE LA POPOLARITA’ – «La comunicazione è fondamentale. Vorrei portare il nostro calcio fuori dai confini nazionali, trasformare le partite di campionato in piccoli eventi, allargare il bacino d’utenza».

I NAZIONALI ’82 COSA PENSANO DEL CALCIO FEMMINILE – «Né prevenzione né scetticismo. Anzi. Mi auguro di potermi confrontare spesso con loro, durante il campionato».

IL LAVORO DA FARE – «Più che ispirarmi a delle icone, ho deciso di fare un procedimento inverso. Scenderò in campo in prima persona, viaggerò per andare a conoscere club e ragazze, studierò la storia del nostro calcio femminile. Non sarò un presidente da scrivania. Ascoltare e osservare saranno il mio mantra: solo conoscendo le cose dall’interno, si possono cambiare».

UN OGGETTO DI PAOLO – «La fedina che ci scambiammo all’ospedale poco prima che mio marito mancasse: no, non la fede del matrimonio, un anello ancora più speciale. Il suo ricordo è presentissimo, ma se stringo forte quella fede sento Paolo qui con me».

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