2016

Federcalcio “asso piglia tutto”: cancellato l’articolo della Melandri2008

Pubblicato

su

Fondazione per la mutualità generale negli sport professionistici a squadre, addio. La Federcalcio si prende l’intero bottino

All’interno della Legge Melandri 2008 era presente un articolo che prevedeva di destinare il 4% delle risorse derivate dalla vendita dei diritti tv alle Federazioni di basket, pallavolo e altri sport di squadra. Un emendamento al decreto fiscale collegato alla legge di bilancio e approvato dalla commissione della Camera, dirà addio alla “Fondazione per la mutualità generale negli sport professionistici a squadre“.

CONTRIBUTO AL 10% INTERAMENTE ALLA FEDERCALCIO – La torta è di 1,2 miliardi. La Figc ora potrà gestire una fetta di 120 milioni che verrà divisa tra Serie B (6%), Lega Pro (2%), LND (1%) e chiaramente Federcalcio (1%). Nell’emendamento viene indicato che le risorse dovranno essere destinate allo sviluppo dei settori giovanili in modo tale di avere calciatori convocabili in nazionale. Serviranno anche per gli investimenti sugli impianti sportivi.
TAVECCHIO E BERETTA SODDISFATTI – «Si riconosce la priorità ai due settori strategici per il rilancio del mondo del calcio» ha affermato Tavecchio. Mentre il presidente di Lega Beretta ha sottolineato come l’emendamento chiarisce meglio la ridistribuzione delle risorse: «L’emendamento è apprezzabile, perché cambia il decreto Melandri in un punto di complessa attuazione come la mutualità. Tutto infatti ora resta al calcio. La proposta non modifica il prelievo in capo ai club, ma rende chiare le risorse per le varie realtà del calcio a cui è destinata la mutualità».
PETRUCCI INCREDULO – Se da una parte si gioisce, dall’altra resta l’incredulità. Da parte di quelli che i fondi non li riceveranno: «Abbiamo appreso con incredulità la notizia della soppressione della Fondazione. Fa riflettere che da tempo il calcio rivendicava la titolarità esclusiva dei fondi. Ci auguriamo ovviamente che il calcio non sia stato parte attiva del provvedimento» queste le parole di Petrucci, numero uno della pallacanestro.

Exit mobile version