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Buon compleanno a… Fausto Salsano

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Lombardo Salsano Evani

Oggi Fausto Salsano compie 61 anni e fa parte dello staff di Roberto Mancini nella nazionale dell’Arabia Saudita

Oggi Fausto Salsano compie 61 anni. É probabile che sia in un periodo molto felice della sua vita o, quantomeno, estremamente soddisfacente dal punto di vista economico visto che fa parte del ricchissimo staff di Roberto Mancini. Che un giorno, magari ci racconterà che i soldi non sono tutto; che le motivazioni calcistiche sono importanti nel cercare di portare al prossimo Mondiale una nazionale non di primissima fascia ma con buona tradizione; e che da quelle parti si vive bene, si ha modo di conoscere un’altra cultura e tanti altri discorsi, tutti con qualche fondamento. Resta il fatto che nei giorni dello “scandalo”, cioè delle dimissioni del Commissario Tecnico azzurro, spesso si è letto di come fossero proprio i suoi collaboratori a spingere nell’accettare la ricca offerta proveniente dall’Oriente.

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Che sia vero o no, non è così sbagliato che Fausto Salsano, Mauro Sandreani, Alberico Evani, Attilio Lombardo e Massimo Battara abbiano fatto questa scelta di vita. Ci sono sessantenni, oggettivamente, che se la passano molto peggio. E non solo per questioni di vil denaro.
Fausto Salsano è assimilabile a una specie di uomo ombra di Roberto Mancini. É stato uno dei componenti di quella magnifica esperienza che è stata la Sampdoria, verso la quale ha espresso i suoi sentimenti nella triste ultima occasione che ha visto insieme quei giocatori, il funerale di Gianluca Vialli: «Noi amiamo la Samp, la Samp ci sta dentro come una sorella o un fratello, viviamo con questi colori dentro».

Il rapporto con il Mancio è di lunghissima durata. Ha raccontato in un’intervista del 2015 a La Gazzetta dello Sport come sia ripreso nel 2004, una volta che entrambi avevano smesso di correre dietro a un pallone e si erano messi a studiare da allenatori: «Mi squilla il telefonino, era Roberto che mi disse: “Vado ad allenare l’Inter, vieni con me?”. Fu un momento bellissimo, una grande dimostrazione di stima e amicizia». Aveva anche spiegato una cosa che un po’ tutti pensavano di lui da tempo: «Prima era un giocatore vestito da allenatore, adesso è un allenatore a tutti gli effetti, con un palmarés invidiabile. Adesso sa ponderare meglio le scelte. L’unico problema è quando parto con un’idea, poi nessuno lo smuove, è come un treno». C’era solo una cosa che gli rimproverava a posteriori, lui che spesso era stato richiamato sul campo dal compagno, facendolo sentire in soggezione: Da giocatore, uno come lui, avrebbe potuto dare di più sopratutto in Nazionale».

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Quel vulnus, insieme, lo hanno trasformato in carica per andare a conquistare l’Europeo, che sarebbe un torto dimenticarcene solo perché magari ci sentiamo traditi. C’è una bellissima dichiarazione di Christian Vieri, che prima della finale con l’Inghilterra si mette a osservare chi lavora con il Commissario Tecnico, li definisce «una meraviglia» e proclama il suo ottimismo sull’esito, cosa puntualmente verificatosi. Del resto, al di là di tutto, se un allenatore dal percorso così ad alti livelli si fida di certi collaboratori fino ad arrivare a pensare di essere un gruppo inscindibile, qualcosa vorrà pur dire.

Salsano c’è al Manchester City, anzi, è l’uomo che porta via Mario Balotelli quando viene alle mani con il suo allenatore, in una scena che ha fatto il giro del mondo.

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In quella squadra avrebbe voluto portare due giocatori del Napoli, osservati proprio da lui, che oltre a essere un collaboratore di campo è evidentemente uno che studia e propone: «Ero proprio io che andavo a vedere Hamsik a Brescia, lo slovacco è diventato un giocatore importantissimo e ha acquisito l’esperienza giusta. Lavezzi è invece un giocatore devastante che nell’uno contro uno fa male. Sono giocatori che ci piacciono perché il nostro obiettivo è di fare grandi cose e vincere».

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