Fassone a Donnarumma: «Se ci ripensi, ti accogliamo a braccia aperte!» - Calcio News 24
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2017

Fassone a Donnarumma: «Se ci ripensi, ti accogliamo a braccia aperte!»

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La rottura sul rinnovo, i retroscena e le dichiarazioni di Raiola: Marco Fassone, ad del Milan, torna a parlare del caso Donnarumma e, a sorpresa, apre ad un possibile riavvicinamento per il rinnovo

Tiene banco in casa Milan il caso Gigio Donnarumma. Dopo la rottura sul rinnovo, le contestazioni della tifoseria (come accaduto durante Danimarca-Italia) e l’intervista del suo agente Mino Raiola, l’ad rossonero Marco Fassone ha analizzato la vicenda ai microfoni del Corriere della Sera: «Minacce di morte a Donnarumma? Siamo addolorati per questi estremi che il calcio genera. Ci amareggia se la scelta sua, o del suo procuratore, ha provocato reazioni simili. Come società non so davvero cosa potessimo fare di più per trasferire a Gigio e alla sua famiglia il desiderio, il piacere che lui restasse. Glielo abbiamo trasmesso ogni volta che ci abbiamo parlato. Dico di più: se per caso ci ripensasse, non solo sarebbe accolto a braccia aperte dal Milan società, ma alla fine credo anche dai tifosi del Milan. Gli umori cambiano velocemente. Le minacce di mandarlo in tribuna? Nessuna minaccia. La nostra posizione è chiara: Donnarumma per la proprietà è incedibile, perciò farà la prossima stagione al Milan. Deciderà l’allenatore Montella settimana dopo settimana, per me può anche giocare tutte le partite. Noi però non possiamo rischiare niente, dobbiamo per forza cercare un altro portiere, non posso tenere un giocatore in scadenza, che magari pensa al Real, in un ruolo così delicato poi: devo assicurarmi di avere un portiere pronto, sereno, in ottime condizioni psicofisiche».

Fassone sul caso Donnarumma: l’intervista al Corriere della Sera

Continua Marco Fassone ai microfoni del Corriere della Sera: «Possibili contestazioni di San Siro? Potrebbe togliergli serenità, per esempio. Da quello che dice Raiola ora il ragazzo sembra molto inquieto. Scelta legittima? Nessuno ha mai messo in dubbio la legittimità della scelta. È perfettamente nelle norme. Ma una cosa è la legittimità, un’altra l’etica degli affari. L’amarezza deriva dalla sgradevolezza con cui è stata condotta la cosa. Si poteva fare senza danneggiare la società, andandosene così ha fatto un danno di 100 milioni al Milan. Se Donnarumma vale così tanto a 18 anni lo deve anche a questa società, agli investimenti che sono stati fatti, al coraggio di chi lo ha lanciato in prima squadra. Bastava che ci dicesse che non voleva restare, avremmo rinnovato con una clausola rescissoria ragionevole. E se fosse arrivato il club più importante del mondo, anche questa estate, avrebbe dovuto pagare al Milan questa cifra. Così quello che il Real non paga a me entra nelle tasche del procuratore. Io però lo avrei reinvestito nel calcio italiano. Gigio ha mai detto di volersene andare? Mai. Ogni volta che gli abbiamo parlato, a quattr’occhi o per telefono, ci ha sempre ripetuto di voler rimanere. Fino a due giorni prima dell’ultimo incontro con Raiola. Il quale, invece, devo dire ci ha sempre detto che non era disponibile a trattare con i nostri tempi. Due versioni opposte. Se davvero non potevamo aspettare? No, Gigio è in scadenza, io devo poter intervenire in tempo sul mercato. Il raduno è il 3 luglio, due settimane sono il minimo. Se mi avesse detto a metà agosto che non voleva rinnovare, io che avrei fatto? È una cautela che fa parte della normale pianificazione di un buon dirigente. E poi hanno avuto due mesi per pensarci. Raiola alla fine dà la colpa al ds Mirabelli?Non esistono Mirabelli e Fassone, esiste una società sola, il Milan. Ogni mossa, ogni proposta, ogni telefonata è stata concordata, che nessuno cerchi di mettere zizzania tra noi».

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