Serie A
Turco (Repubblica): «Toro, con l’Udinese vietato sbagliare. Il mio idolo? Pulici e sull’Europa…» – ESCLUSIVA
Fabrizio Turco, giornalista di Repubblica, ha fotografato il momento del Torino e le principali notizie di attualità inerenti al club granata
Una manciata di ore o poco più ci separano da Udinese-Torino. Alle 15 di questo pomeriggio i granata saranno infatti ospiti della compagine allenata da Gabriele Cioffi, intenti a contendersi il match valido per la giornata numero 29 di Serie A. Vincere tra le mura del Bluenergy stadium, per Ivan Juric e i suoi ragazzi, è imperativo (o quasi) in chiave di qualificazione ad una competizione europea. Solo in caso di 3 punti i sabaudi potrebbero effettivamente rilanciare la propria posizione in classifica e mantenere così in vita le pur timide speranze di un piazzamento che garantirebbe un posto di diritto ai sorteggi di Nyon della prossima stagione.
Di questo e tanto altro ancora abbiamo avuto proprio quest’oggi il privilegio di discutere con Fabrizio Turco. Giornalista per Repubblica, da anni segue e commenta le dinamiche del club sabaudo con competenza e professionalità. Insieme a lui abbiamo quindi toccato (e non solo tangenzialmente) le principali notizie di attualità inerenti al Torino. Ecco dunque l’intervista realizzata in esclusiva per Calcionews24, proprio a cominciare dalla tanto attesa gara di Udine.
Buongiorno Fabrizio. Iniziamo subito da Udinese-Torino, per Juric questo incontro può rappresentare l’ultima chiamata in chiave Europa?
«Diciamo che la strada ormai è abbastanza stretta. Se il Torino vuol davvero tenere accesa questa speranza deve assolutamente fare punti. Perché negli ultimi tempi tutto sommato le prestazioni ci sono state, ma sono mancati i punti. Quindi adesso occorre invertire la rotta, fare punti e cercare di accorciare sulle squadre che stanno davanti. Il cammino è sicuramente complicato, mancano 10 partite e bisogna utilizzarle al meglio. Considerando soprattutto il fatto che il finale di stagione dal punto di vista del calendario è molto complicato».
Ora Udinese, poi Monza ed Empoli. Un trittico di partite contro squadre con ambizioni differenti. Anche se la stagione del Torino ci insegna che non esistono partite scontate.
«Assolutamente sì, diciamo che probabilmente l’undicesimo posto per quanto si è visto fino ad adesso tutto sommato rispecchia l’andamento della stagione. Una squadra che ha viaggiato a lungo con molti alti e bassi. E paga certamente dal punto di vista della classifica questo andamento estremamente poco continuo».
E dopo sarà il turno della Juventus…nella storia recente per i granata fare risultato nel derby è diventato complicato.
«La storia recente è catastrofica sotto l’aspetto dei derby. Bisognerà poi vedere tra un mese come arriveranno le squadre, molta acqua dovrà passare sotto i ponti prima di poter parlare dei derby. Ci saranno da valutare tanti elementi, certo è che la tradizione degli ultimi 19 anni non porta particolarmente bene sul fronte Torino. Detto questo la Juve non ha assolutamente nulla da regalare, di certo mancano ancora tre partite e più o meno un mese alla sfida. Certamente la Juve in queste ultime settimane ha avuto un clima piuttosto teso con la propria tifoseria, che non è soddisfatta dell’andamento della squadra.
Ma è difficile pensare ad una partita con un Torino estremamente motivato e una Juve invece che abbia già tirato i remi in barca. Certo, la posizione in Champions League per la Juve è blindata, ma ciò non basta. Un mese fa aveva ancora qualche ambizione di scudetto, ora si trova al terzo posto, una posizione che sicuramente non soddisfa la tifoseria e il che si potrebbe ripercuotere in un derby che potrebbe essere tutt’altro che mollato da parte della Juve».
Tornando a parlare del Toro. Chi sarà in campo contro l’Udinese è Gineitis. Sui social i tifosi si dividono tra chi lo elegge come il prossimo campione e chi invece predica prudenza. A lei che impressione ha dato il lituano?
«È un giocatore che stiamo imparando a conoscere. Un giocatore che ha delle ottime potenzialità di carattere fisico-atletico e di resistenza. Ha anche un buon piede, sa calciare molto bene le palle da fermo. È un buon centrocampista, in un reparto in cui ci sono alcuni interpreti che quest’anno hanno reso molto al di sotto delle proprie possibilità e delle aspettative della società. Mi riferisco a Ilic e anche tutto sommato a Ricci.
Gineitis è sicuramente un calciatore in crescita. È uno dei pochissimi talenti che sono emersi in questi ultimi anni dal Torino. Quella che era la tradizione granata sul fronte giovanile si è persa. Ci sono dei buoni risultati a macchia di leopardo, ma pochissimi giocatori emergono al punto da arrivare in Serie A o Serie B, che era un po’ la caratteristica degli anni migliori del settore giovanile».
Passando in difesa invece, l’infortunio di Djidji potrebbe lanciare Sazonov. Quante garanzie può dare il giovane georgiano? In un reparto che sta comunque facendo bene in stagione.
«Ho la sensazione che oggi possa giocare Lovato. Perché Sazonov ha detto Juric in conferenza che lo vede meglio da centrale. Un giocatore che sicuramente deve fare ancora tanti passi in avanti per poter garantire quella tenuta difensiva che hanno i suoi compagni…ha comunque delle buona potenzialità. Soprattutto dal punto di vista atletico. È molto prestante, alto, forte di testa, ma sicuramente deve fare dei grossi passi avanti dal punto di vista tecnico. Certo, l’assenza di Djidj e la contemporanea assenza di Tameze – tornerà disponibile dopo la sosta nazionale – apre un buco significativo sul centrodestra.
Un sostituto diretto non c’è, Sazonov…non è sicuramente quello il suo ruolo. Lavato ha fatto sicuramente fatica nelle sue ultime partite in granata. Ma non solo, arriva da una fase della sua carriera estremamente interlocutoria, sia nell’ultimo periodo con la Salernitana e volendo anche l’anno precedente a Cagliari.
Quindi si, il Torino ha una difesa di ferro come reparto, ma ha degli interpreti in panchina probabilmente non all’altezza dei titolari. Senza però in tutto ciò dimenticare che Schuurs – uno dei perni della difesa – che si è dovuto fermare causa l’infortunio al ginocchio che ha avuto sin da metà ottobre. Quindi, il Torino ha fatto a meno fino ad adesso di un calciatore pressoché fondamentale. In virtù di queste assenze che continuano a martellare la retroguardia di Juric vedremo quali saranno le scelte e quale sarà la tenuta della squadra. Ovviamente quando nelle ultime settimane ha dovuto fare a meno di Buongiorno, poi di Rodriguez e poi di Djidji inevitabilmente e fatalmente ha pagato. Ed è così che si spiegano alcuni gol che si sono presi per qualche incertezza».
In conclusione, lei commenta e scrive del Toro (e non solo) da diversi anni. Ma qual è il giocatore ad aver vestito la maglia granata per il quale custodisce un ricordo speciale?
«Io sono del ’68. Quando ero bambino avevo tre idoli: Tex Willer, Goldrake e…Paolo Pulici. Pulici rimane il mio idolo d’infanzia, assolutamente».