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Europei 1980: 5 motivi per ricordare l’edizione vinta dalla GERMANIA OVEST

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Europei 1980: i cinque motivi per cui ricordare l’edizione vinta dalla GERMANIA OVEST. Tutte le curiosità che non conoscevi

La sesta edizione del campionato europeo viene vinta dalla Germania Ovest che batte in finale il Belgio. Ecco 5 motivi per ricordare cos’è successo.


1) Cambia il format. Non c’è più l’antica formula che vedeva lunghe qualificazioni e una fase finale confinata alle semifinali in un Paese organizzatore. L’Europeo del 1980 si disputa in Italia con 8 squadre divise in due gironi. Chi vince il proprio gruppo finisce in finale, chi arriva secondo gioca la finalina di consolazione. La decisione di assegnare al nostro Paese la manifestazione viene presa nel 1977 e tutti i componenti dell’Uefa sono d’accordo. Il colmo è che, proprio nel 1980l scoppia il caso del calcioscommesse, l’Italia non fa esattamente la miglior figura agli occhi degli altri Paesi. Ma proprio per cancellare le brutte immagini dei giocatori arrestati e delle camionette della polizia dentro gli stadi non manca l’entusiasmo nei confronti degli azzurri, che dividono le loro prestazioni in tutta la Penisola: a Milano contro la Spagna; a Torino con l’Inghilterra; a Roma con il Belgio; a Napoli (vista il non accesso alla finale dell’Olimpico) a contendere alla Cecoslovacchia campione in carica il 3° posto e a perdere dopo un’infinita sequenza di rigori.


2) Un solo gol azzurro. Il girone dell’Italia è composto da uno 0-0 con la Spagna e un altro con il Belgio in chiusura, intervallati dalla vittoria sull’Inghilterra per 1-0. Non basta per accedere alla finale ed è una grossa delusione, a conti fatti. Tenendo anche conto che gli azzurri arrivavano da un Mondiale come quello in Argentina nel 1978 nel quale avevano espresso il gioco più brillante. Unico limite di quella spedizione era stata la tenuta fisica, con un’Italia partita alla grande e terminata con il fiato corto. L’Europeo, con la sua durata breve, si pensava che avrebbe esaltato quel gioco spumeggiante che Bearzot aveva saputo creare. E, invece, anche per l’assenza di Paolo Rossi, quella rapidità d’esecuzione vista due anni prima non si registrò più. E, soprattutto con il Belgio, ne uscì fuori una gara bloccata, dove l’estremizzazione della tattica del fuorigioco degli avversari portò alla paralisi produttiva e a uno 0-0 davvero frustrante.


3) La Nazio-Juve. Nonostante la squadra di Trapattoni non vinca il campionato – e non abbia neanche trionfato in quello precedente – gli azzurri sono per lo più bianconeri. Contro l’Inghilterra sono ben 6 i componenti della squadra. Ed è tale l’orgoglio per tanta rappresentanza, che a Europeo finito (male) Hurrà Juventus celebra comunque l’unica vittoria della competizione con un lapsus freudiano, citando i Mondiali invece che gli Europei: «La nazionale italiana targata JUVE, in una splendida sera di giugno al Comunale di Torino, ha battuto la «Magna» Inghilterra con uno strepitoso gol di Tardelli, insieme a Gentile, il miglior giocatore italiano dei mondiali secondo tutti i referendum, ed a Bettega e Scirea. Zoff, come al solito strepitoso, Causio non al cento per cento della condizione ma sempre «Brasil», e Cabrini utilizzato soltanto nell’ultima partita, hanno completato i bianconeri vestiti in azzurro».


4) L’urlo. Tardelli decide Italia-Inghilterra e si abbandona a una corsa con urlo che nessuno, in quella serata, può immaginare che altro non è che il trailer di ciò che farà due anni dopo al Mundial in Italia-Germania, quando interpreterà una delle scene più significative del ‘900 calcistico (e non solo) del nostro Paese.


5) Due Germanie. La Germania Ovest è una bella creazione del Ct Derwall, che mischia i vecchi con i giovani, tra i quali Schuster, Kaltz, Briegel, Forster, con in più Allofs a fare la parte del capocannoniere. Nel girone si vendica sulla Cecoslovacchia di 4 anni prima e continua a battere l’Olanda, che non è più quella del 1974. In finale supera il Belgio 2-1 con doppietta del gigante Hrubesch, che annulla il momentaneo pareggio di Vanderycken su rigore. In patria scrivono che le riserve della nazionale tedesca se avessero composto una squadra sarebbe stata finalista come quella dei titolari. Magari è troppo, ma è indubbio che la vittoria è meritatissima e avere dovuto aspettare solo i minuti conclusivi contro il Belgio è stato assurdo vista la dimostrazione netta di superiorità manifestata lungo l’incontro.