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Euro 2020 diventa Euro 2021

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Getafe Inter

Non sarà più il 2020, bensì il 2021, l’anno degli Europei di calcio. In una situazione di emergenza globale, l’Uefa ha preso l’unica decisione possibile per fronteggiare la dilagante epidemia di Covid-19 e per lasciare spazio all’eventuale conclusione dei campionati nazionali.

A causa dell’emergenza coronavirus, con un comunicato dello scorso 17 marzo l’Uefa ha ufficializzato il rinvio dell’Europeo di calcio 2020 previsto a giugno. Una decisione è già stata presa in merito alle nuove date della competizione: il torneo si disputerà dall’11 giugno all’11 luglio 2021. L’epidemia di Covid-19 che, partita dalla Cina, ha colpito dapprima l’Italia e spinto il premier Giuseppe Conte a imporre una quarantena su tutto il territorio nazionale dal 9 marzo, è ora diventata una pandemia globale. La diffusione del virus, divenuta inarrestabile, ha messo l’intero mondo a rischio, incluso quello dello sport. 

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Euro 2020 slitta ufficialmente al 2021 a seguito del dilagare dell’epidemia di Covid-19

Europeo rinviato: l’impatto economico del coronavirus sul calcio

L’operazione di rinvio di Euro 2020 avrà, come già sta avendo, delle importanti ripercussioni sull’economia di settore. 

La crisi da coronavirus che ha messo in scacco anche il mondo del pallone ha investito come uno tsunami l’industria del betting. Bookmaker e siti di scommesse sul calcio si trovano ad affrontare un’emergenza senza precedenti, legata al pressoché totale azzeramento degli eventi programmati. Secondo Agipronews, agenzia di stampa telematica che pubblica news sul mondo dei giochi e delle scommesse, ai bookie britannici lo stop dei campionati e degli eventi sportivi è già costato all’incirca 2,2 miliardi di euro. Nel Regno Unito, la patria delle scommesse, tra il 12 e il 13 marzo le azioni delle più importanti agenzie di betting online hanno perso quasi il 16% del loro valore, facendo registrare uno dei peggiori tonfi sull’indice FTSE 100 quotato al London Stock Exchange.

Ma le cose non vanno di certo meglio per i club, le leghe e le federazioni. Il solo slittamento di Euro 2020 dovrebbe comportare una perdita di incassi stimata intorno ai 300 milioni di euro. Cifra che la Uefa sembra aver richiesto a titolo di risarcimento dei danni da corrispondere agli sponsor e ai detentori dei diritti televisivi. L’eventuale cancellazione della stagione calcistica 2020 in Italia potrebbe invece costare tra i 600 e i 700 milioni di euro. La perdita degli introiti di fine stagione graverebbe drammaticamente sulle società. Nel peggiore degli scenari possibili, oltre la metà dei club potrebbe non essere in grado di iscriversi al prossimo campionato di Serie A.

Coronavirus e stop al calcio: il futuro dei giocatori

Diverse squadre europee hanno messo in quarantena staff e giocatori dopo aver riscontrato le prime positività al coronavirus. In Italia, l’isolamento ha coinvolto Juventus, Inter, Sampdoria, Fiorentina, Verona, Udinese e Atalanta. I calciatori positivi dovranno rispettare un periodo di riposo assoluto, e potranno riprendere gli allenamenti solo una volta in cui due tamponi negativi ne confermassero l’avvenuta guarigione. Per gli altri, i club e i preparatori hanno messo a punto programmi di training domiciliare personalizzati, volti a mantenere il maggior livello di forma fisica in attesa della ripresa dell’attività agonistica. Allo stato attuale delle cose, non vi sono ancora delle date certe in merito al ripristino degli allenamenti. 

Ai giocatori stranieri che hanno lasciato l’Italia per ritornare in patria (tra cui gli juventini Cristiano Ronaldo, Khedira, Higuain, Douglas Costa e Pjanic, seguiti dagli interisti Handanovic, Brozovic, Lukaku, Moses, Ashley Young, Eriksen e Godin) sarà invece imposta un’ulteriore quarantena di 14 giorni al rientro nei rispettivi club, ammesso – e non concesso – che riescano a partire dai Paesi di provenienza. Di grande aiuto, in questi casi, potrebbero essere i centri sportivi come la Continassa e la Pinetina, dove i singoli avrebbero modo di riprendere ad allenarsi individualmente, divisi gli uni dagli altri e su campi diversi. 

In attesa che tutto torni alla normalità, i calciatori non possono far altro che allenarsi nei limiti del possibile e attendere di rientrare in squadra nel migliore dei modi. L’estate del 2020, che avrebbe dovuto essere una stagione ricca di calcio ed eventi sportivi, verrà ricordata come l’estate in cui, a ognuno, è stato chiesto un grande sacrificio: stare distanti per raggiungere un obiettivo comune.

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