2015

Euro 2016: ex Jugoslavia, stavolta il fallimento fa rumore

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Già eliminate Serbia, Bosnia, Montenegro e Macedonia, quasi out la Slovenia: nonostante la formula a 24 ad Euro 2016 c’è solo la Croazia

Niente da fare, almeno in termini calcistici la divisione della Jugoslavia di un tempo in sei indipendenti nazionali non ha ben arrecato alla causa: in attesa dello spareggio di questa sera tra Ucraina e Slovenia – ma Ilicic e compagni partono dal proibitivo 2-0 dell’andata – c’è da registrare il fallimento di Serbia, Bosnia, Montenegro e Macedonia. Unica rappresentante slava ad Euro 2016 sarà la Croazia di Modric e compagni.

ANCORA “SALVATI” DALLA CROAZIA – E’ andata così nel 2004 in Portogallo, nel 2008 in Austria/Svizzera e nel 2012 in Polonia/Ucraina: la sola Croazia è uscita indenne dal percorso di qualificazione al campionato europeo salvando di fatto la poco coesa – per servirci di un eufemismo – spedizione slava. Segnale evidente di una buona generazione che però poi fatica a tradurre l’elevatissimo talento a disposizione in risultati all’altezza: basti pensare come in due delle tre occasioni appena riportate la Croazia si sia fermata alla fase a gironi, identico risultato peraltro centrato un anno fa in Brasile quando il passaggio agli ottavi di finale del Mondiale era da contendere alle non irresistibili Camerun e Messico (nel raggruppamento proprio dei verdeoro).

AMPLIAMENTO A 24: IL CASO SERBIA – Con la riforma voluta dai vertici della Uefa, ossia il passaggio da un ristrettissimo Europeo a 16 squadre ad una più larga competizione a 24, il cammino previsto per la qualificazione si è ovviamente semplificato: accesso per otto squadre in più, traguardo garantito anche alle seconde piazzate di ogni raggruppamento, alla migliore terza e per il tramite degli spareggi ad altre quattro terze classificate. Ne hanno approfittato le nazionali dell’ex Jugoslavia per invertire la tendenza negativa? Neanche per scherzo. Il caso per eccellenza è quello della Serbia: ricca di calciatori che militano nelle principali squadre europee – tra gli altri Ivanovic (Chelsea), Kolarov (Manchester City), Tomovic (Fiorentina), Mladenovic (Bate Borisov) Matic (Chelsea), Tadic (Southampton), Tosic (Cska Mosca), Mitrovic (Newcastle) e Ljajic (Inter) – si è addirittura fermata al penultimo posto del suo raggruppamento con appena quattro punti totalizzati e rendendosi nota più per fatti extra-campo che altro. Prolungata così una striscia che dura oramai dal 2004: sarà il quarto Europeo consecutivo privo della Serbia.

FLOP ANCHE PER MONTENEGRO E MACEDONIA – Ricordiamo la data cruciale: 1992, fino ad allora le sei nazionali trattate hanno giocato sotto l’unica bandiera della Jugoslavia, il Montenegro ha ulteriormente ritardato la sua totale indipendenza restando legato fino al 2006 alla Serbia. Insieme, nel 2000, hanno centrato quella che è di fatto l’unica partecipazione europea: Belgio/Olanda 2000. Da solo il Montenegro non ha mai preso parte ad una competizione internazionale arrestandosi in questa circostanza al quarto posto del Gruppo G dietro Austria, Russia e Svezia attualmente impegnata nei playoff con la Danimarca. Se a Jovetic e compagni è andata male non se la passa meglio la piccola Macedonia, fanalino di coda (appena 4 punti) del Girone C comandato dalla Spagna. Mai centrata partecipazione a competizioni internazionali.

DELUSIONE SPAREGGI: SBERLA BOSNIA, SLOVENIA A UN FILO – Tutt’altre premesse avevano battezzato il sentiero della Bosnia in vista di queste qualificazioni: lo storico traguardo di Brasile 2014 ha poi fatto i conti con una spedizione mondiale piuttosto deludente – nel raggruppamento capitanato dall’Argentina la nazionale dei giallorossi Pjanic e Dzeko non riuscì a fare meglio della Nigeria ed abbandonò anticipatamente la competizione – e con un girone eliminatorio per Euro 2016 disputato al di sotto delle aspettative. Scavalcati dal Galles oltre che dal Belgio, la resa è arrivata – se vogliamo sorprendentemente – dall’Irlanda del Sud in una doppia tornata di spareggi di fatto dominata dagli uomini di O’Neill. Bosnia sonoramente bocciata all’esame della personalità: è mancato il leader in grado di trainare il gruppo ed infondergli il senso storico della missione. Delle tre arterie principali dell’ex Jugoslavia – Serbia, Croazia e Bosnia – restano proprio questi ultimi a non aver mai preso parte ad una tornata europea. Rischia di dover restare a casa anche la Slovenia dei nostri Handanovic, Cesar, Kurtic ed Ilicic: curriculum di tutto rispetto – due Mondiali ed un Europeo all’attivo – ora invece il terzo posto nel Gruppo E alle spalle dello schiacciasassi Inghilterra e della Svizzera (ci può stare, girone proibitivo) ha costretto gli uomini di Katanec allo spareggio con l’Ucraina. L’andata di Leopoli ha lasciato in eredità un risultato pesante: il 2-0 firmato Yarmolenko e Seleznyov richiede l’impresa. Pena una sola slava a Francia 2016: un fallimento che, con la formula a 24, fa davvero tanto rumore.

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