2013

Esclusiva, Paolo Rossi: «Juventus in calo. Milan: non mi convinci»

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JUVENTUS MILAN PAOLO ROSSI – Questa sera Juventus e Milan si sfideranno allo Juventus Stadium. I bianconeri cercheranno di vincere e convincere dopo un paio di prestazioni non all’altezza, mentre i rossoneri vorranno sicuramente dimostrare, con una prova d’orgoglio, che non intendono vestire i panni degli ‘sparring partner‘ in questa serata di grande calcio della Serie A. Per avere un’opinione a ‘tout court‘ sulla sfida, abbiamo sentito un grande doppio ex, Paolo Rossi, da anni ormai opinionista di Sky Sport.

Partiamo dalla Juventus: i bianconeri hanno ottenuto risultati positivi in questo avvio di campionato, ma non sembra esserci lo smalto di un anno fa.

«La Juventus mi sembra sia in una fase calante, anche se i motivi precisi non sono facili da ricercare ed identificare. La squadra sicuramente mi sembra un po’ calata dal punto di vista fisico; non è quella macchina da guerra che abbiamo visto negli ultimi due anni, le manca qualcosa. I punti in classifica ci sono, e questo sicuramente è confortante, ma nelle ultime partite i risultati sono arrivati con una certa fatica e sono state rimediate due vittorie con due episodi discutibili, al di là della prestazione. La Juventus mi pare fatichi un po’ di più rispetto al passato. Se il problema è fisico, allora la squadra può migliorare nel breve. Può darsi, ad esempio, che i calciatori che hanno disputato la Confederations Cup siano arrivati tardi e stanchi, così da non permettere loro di eseguire una preparazione adeguata, portando poi ad una mancanza di brillantezza».

Un motivo principale pare essere la mancanza di calciatori adatti per il modulo che vuole impiegare Conte. Il tecnico bianconero e la società non sono più in completa armonia?

«Conte ha fatto trapelare in maniera abbastanza evidente di come non sia rimasto soddisfatto della campagna acquisti estiva. Il mister ha lamentato la mancanza di esterni e la cessione di Giaccherini sicuramente ha lasciato un vuoto: era un giocatore che tornava utile e poteva servire per lo schema utilizzato da Conte. Isla è stato impiegato nelle ultime partite, ma è parso un pesce fuor d’acqua onestamente. Il cileno non sembra essere entrato negli schemi della squadra. L’unico a disposizione in quel ruolo sarebbe Pepe, ma è fuori per infortunio ormai da un anno. Sostanzialmente, la Juventus non ha alternative valide in questo ruolo cruciale per il progetto tecnico e tattico di Conte, che però può contare su un centrocampo fantastico, dove deve ancora recuperare a pieno Marchisio. Il problema potrebbe poi essere che ci sarebbe un centrocampista di troppo di quel livello, quando saranno a disposizione Pogba, Pirlo, Marchisio e Vidal. Si vocifera di una rottura con Pirlo, il suo posto potrebbe in futuro passare a Pogba, che tra tutti è il più eclettico e può ricoprire più ruoli, così come Vidal».

Anche la difesa sembra aver accusato un po’ di fatica e non rende quanto un anno fa, sei d’accordo?

«Sì, c’è stato un calo. Non so se possa dipendere dal centrocampo, oppure se c’è stato un calo anche da parte del pacchetto arretrato in sé. Bonucci nelle ultime apparizioni mi è parso un pochino sotto la sufficienza. Rispetto al recente passato, la Juventus mi pare una squadra contro la quale si riesca a ‘giocare meglio’».

Quest’anno la Juventus non avrà vita facile in testa alla classifica…

«Rispetto alle ultime due stagioni, ci sono almeno 3-4 squadre che sembrano in grado di dare fastidio alla corsa della Juventus per lo scudetto. Ci sono formazioni che hanno ridotto il fatidico gap e sembrano ora più attrezzate per competere ai vertici. A me, sinceramente, il campionato in testa alla classifica piace di più, mi pare più avvincente. Una volta si parlava di sette sorelle, adesso direi che ce ne sono quattro, forse quattro e mezzo se contiamo la Fiorentina, che però mi pare meno in grado di lottare per un piazzamento in Champions, vista la concorrenza. Anno scorso la Juventus fece la corsa per lo scudetto praticamente a sé, a parte un po’ il Napoli che ha tentato di darle fastidio. Quest’anno ci sono anche un’Inter ed una Roma super convincenti, che hanno da disputare una sola competizione. In particolare, la Roma sta giocando molto bene e Garcia sta facendo un grande lavoro, come lo sta facendo Mazzarri all’Inter, dove ha rimesso un po’ di cose apposto».

Passiamo invece al Milan, cosa pensi dei rossoneri?

«Il Milan non mi convince proprio. L’ho visto giocare tante volte quest’anno e, onestamente, mi fa quasi un po’ tenerezza. Non riesce proprio a carburare ed ingranare, non esprime un gioco, che era un chiaro marchio di fabbrica in casa rossonera. Pare tutto molto improvvisato e manca molto la qualità. Non capisco se c’è un progetto tecnico o tattico; per me non c’è. Il Milan mi pare una squadra praticamente inalterata da come aveva finito lo scorso anno, senza grandi innesti. La politica societaria ormai è chiaramente in ritirata: sono finiti i tempi ‘Berlusconiani’ dove il club doveva vincere per forza e sono stati tirati un po’ i remi in barca. C’è ancora il blasone storico del club a sostenere il Milan, ma poco altro».

Senza alcun apparente progetto tecnico o tattico, che stimoli può provare a sfruttare il Milan?

«Come dicevo, il Milan vive ancora di una grande tradizione europea ed ha un girone abbastanza facile rispetto a Juventus e Napoli. A dire il vero, visti i gironi, c’è il ‘rischio’ che a proseguire nel torneo sia il Milan e non una delle altre due. Anche lo scorso anno la squadra era partita male».

Manca un leader? Poteva servire un gregario come Ambrosini, che alla Fiorentina sta rendendo in maniera eccelsa, nonostante l’età?

«Probabilmente al Milan serviva un acquisto in difesa piuttosto che in attacco: Mexes e Zapata non mi sembrano all’altezza della situazione come coppia difensiva. Manca un uomo come Ambrosini a centrocampo? Penso che la storia tra il Milan ed Ambrosini fosse ormai arrivata al capolinea, come era avvenuto con Pirlo che era a fine carriera. Non credo che la permanenza di Ambrosini potesse sollevare la squadra da questa situazione».

Vista la mancanza di Balotelli, il Milan schiererà l’ex Matri. Potrebbe avere il dente avvelenato…

«Sicuramente per Matri, tornare a giocare allo Juventus Stadium, dopo circa un mese dal suo addio, potrebbe essere un bello stimolo per dare quel qualcosa in più».

Pronostico: chi scegli tra Juventus e Milan per la gara di stasera?

«Da un punto di vista tecnico, il Milan mi pare un paio di gradini sotto. Quest’anno la squadra di Allegri fa fatica e ci sono tante avversarie che giocano meglio. Il Milan ha diversi giovani che non mi sembrano ancora maturi e pronti, penso a Niang, che non ha fatto progressi particolari da anno scorso. E poi non scordiamoci che manca El Shaarawy: pareva tornato a disposizione, ora è fuori nuovamente con un altro infortunio ed un mese di stop. Balotelli è sempre al centro delle polemiche e troppo nell’occhio del ciclone, viene discusso in maniera eccessiva e poi contro la Juventus non ci sarà. Senza Balotelli il Milan perde un peso tecnico che è come un macigno. La Juventus è favorita nello scontro diretto. Se dovessi scegliere una delle due, oggi prendo la Juventus, perché questo Milan non mi dà sufficienti garanzie. Poi, ovviamente, il calcio è il calcio e talvolta vengono fuori risultati ‘a sorpresa’ che derivano dagli stimoli diversi. Il Milan potrebbe giocare una partita fondata sull’orgoglio, ma a livello tecnico non c’è storia tra le due squadre».

Tu hai segnato in un Milan-Juventus [stagione 1983-1984, ndr], tra l’altro fu pure un grande goal…

«[Ride, ndr] Beh, con la Juve ero ancora abbastanza ‘in palla’. La nostra squadra, in quei tempi, era davvero forte, mentre il Milan era un Milan non certo all’altezza».

Domanda finale sul codice etico di Cesare Prandelli, del quale noi abbiamo parlato abbondantemente un anno fa, ma ora è tornato nuovamente in voga come tema: sei d’accordo con l’uso di queste norme, oppure pensi che non ci sia uniformità nella loro applicazione? Osvaldo venne escluso, mentre per Balotelli è sufficiente scontare le tre giornate di squalifica.

«Balotelli fa comodo, non ci sono altre alternative e per questo viene convocato [ride, ndr]. Il codice etico comunque la ritengo cosa giusta ed utile, poi si può applicare o non applicare e questo non dipende che dalle persone coinvolte. Ogni episodio credo faccia storia a sé, a priori è difficile valutare una situazione. È necessario andare a capire bene le motivazioni che hanno portato ad un determinato episodio e capire bene il contesto. Non credo esista una legge univoca da poter applicare. Io, comunque, sono favorevole in senso generale all’applicazione del codice etico. Nel prendere determinate decisioni, bisogna considerare anche la psicologia dei singoli giocatori: non riconvocare adesso Balotelli sarebbe una botta morale importante, potrebbe poi accusarla e risentirne. Ritengo Prandelli una persona intelligente, che è abituata a vivere a stretto contatto con i giocatori e ne conosce bene il carattere. Sono convinto che prenderà da parte il ragazzo e gli dirà che è l’ultima volta che può fare una cosa del genere senza conseguenze. Balotelli verrà convocato perché serve alla Nazionale e quindi per me è positivo che ci sia, però il codice etico non va abolito. Se viene applicato al cento per cento dei casi o meno penso sia a discrezione del C.t. e della Federazione».

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