2009

Esclusiva, Paolo Rossi a tutto campo: “Inter la più forte, Melo sopravvalutato, Dinho fondamentale, Fiorentina da Champions”

Pubblicato

su

Riparte il campionato e Calcio News 24 vuole regalare ai propri lettori una fotografia del calcio italiano e internazionale. Per questo motivo abbiamo contattato in esclusiva l’eroe di Spagna ’82, ora opinionista per Sky, Paolo Rossi, che con la solita puntualità  analitica ha risposto a 360 gradi su Serie A, Champions League e nazionale.

Partiamo subito con una domanda sul campionato: stagione già  chiusa, o Juventus e Milan possono ancora dire la loro?
“L’Inter è la più forte, non c’è alcun dubbio. Ha un parco giocatori consolidato e, nonostante abbia cambiato 4-5 giocatori, ha una base importante, quella schiera di giocatori su cui punta l’Inter. Sono andati via Crespo e Cruz, oltre ad Ibrahimovic, ma hanno preso Eto’o e Milito, non cambiano molto le cose. Sneijder poi è bravissimo e hanno anche Thiago Motta. Fanno acquisti importanti, non sono mezzi giocatori, ed hanno una rosa ampia e forte. Come sportivo, però, mi piace pensare che non sia ancora chiusa la rincorsa al titolo e vorrei che Juventus e Milan restino più tempo possibile a contatto con l’Inter”.

C’è certamente più bagarre per il quarto posto, quale squadra vedi come favorita?
“La Fiorentina è quella potenzialmente più forte. Sta giocando bene, ha più continuità  anche nei risultati”.

Solo terzo posto per i viola?
“Secondo me anche qualcosa in più, senza troppi infortuni, continuando a giocare bene così possono puntare anche più in alto”.

Ad Udine tra l’altro ha dimostrato di poter vincere anche senza qualche pedina fondamentale:
“Esatto. Anche senza qualche giocatore importante ne risente poco la squadra. Il modulo funziona bene e dà  i suoi frutti. Per vincere ci vogliono sempre i giocatori importanti, però a livello di gioco direi che ha dimostrato di dare più garanzie. Ad esempio, contro la Juventus io ho preferito certamente i viola come qualità “.

Parlando appunto di Juventus, come valuti l’affare Felipe Melo, con Zanetti e Marchionni finiti alla Fiorentina insieme ad un buon compenso in denaro?
“E’ sempre difficile dirlo a questo punto della stagione, dobbiamo aspettare ancora un po’. Secondo me Melo è stato certamente sopravvalutato e la Fiorentina ha fatto bene a cederlo. E’ un bravo giocatore, ma per tutti quei soldi avrei aspettato e ci avrei pensato bene. Secondo me è costato un po’ troppo, l’affare lo ha fatto senza dubbio la Fiorentina”.

E Diego?
“Diego è bravo, però tutti si aspettano troppo da lui. Vogliono che cambi il volto della squadra, ma è palese che ha ancora bisogno di tempo per integrarsi. Solitamente, quando un giocatore arriva da un altro campionato, ci vogliono dai sei ai sette mesi prima che si adatti e si inserisce nel contesto del nostro campionato e dell’organizzazione della squadra. Tuttavia, è un ottimo giocatore, magari non un campione, ma un buon giocatore”.

Che momento della stagione è questo per Ciro Ferrara? Sarà  difficile gestire il gruppo ora che tornano tutti disponibili, in particolar modo Del Piero?
“Eh, gli allenatori devono essere persone che hanno polso, non devono guardare in faccia a nessuno. Bisogna stare lontani da sentimentalismi ed amicizie e mandare in campo i migliori. Da una parte, per lui può essere un vantaggio disporre di tanti giocatori, con tante alternative. Dall’altra, è una prova per capire se lui è all’altezza della situazione. Gli allenatori importanti, ad esempio Mourinho e Capello, non fanno tante storie, mandano in campo la squadra vincente”.

A proposito del tecnico nerazzurro, cosa ne pensi delle sue parole sui “bamboccioni”?
“Lui è un duro, quindi vorrebbe che tutti avessero un carattere molto forte, ma così non è per tutti. Però, se vuoi emergere, e non hai temperamento, non ci riesci e rimani lì dove sei”.

Passando al Milan, quanto conta per la squadra di Leonardo lo stato di forma di Ronaldinho?
“Tantissimo. Secondo me è un grandissimo giocatore, ma sta avendo un rendimento un po’ altalenante. Ha avuto problemi fisici. Andava recuperato fisicamente, ma quando sta bene ha una qualità  superiore. Sembrava strano fosse finito a 29 anni. Lui può fare la differenza, dà  quella fantasia in più, è determinante”.

Più fondamentale Dinho o Pato per i rossoneri?
“Entrambi. A me Pato piace tantissimo, ha margini di crescita importanti. Io credo che il Milan li abbia recuperati entrambi e sia statoÃ? bravissimo Leonardo nella loro gestione ed a trovare un modulo che li sfrutti al massimo”.

La sorpresa più lieta del campionato?
“A me piacciono le squadre minori che riescono ad imporsi, quindi direi Cagliari, Parma e Bari che stanno facendo bene grazie anche a campagne acquisti oculate”.

Uno dei temi scottanti del momento è il caso Lippi-Cassano in vista dei prossimi Mondiali. Tu cosa ne pensi?
“Ritengo che un allenatore dovrebbe essere super partes in questi casi, ma ognuno ha le proprie idee e convinzioni. Se dei giocatori non ti convincono e pensi ti possano creare problemi, non li chiami. A questo punto direi che si tratti di una cosa personale. Credo che un giocatore come lui farebbe comodo, sempre, ma rimane da vedere se caratterialmente riesce a legare o a dividere all’interno del gruppo. Secondo me, non lo chiama perchè ha paura che crei più problemi di quanti ne possa risolvere. Mi dicono sia più maturo adesso, che sia cambiato, non è più un ventenne insomma, però la decisione finale spetta all’allenatore”.

E la convocazione di Amauri non rischia di spezzare il gruppo? Cosa ne pensi degli oriundi?
“A parità  di valore scelgo sempre l’italiano, su questo non c’è dubbio. Però ricordiamo che anche Camoranesi, che è argentino ha giocato con noi. Potrebbero fare la stessa cosa per Amauri. Di attaccanti ne abbiamo molti, forse non con le sue caratteristiche no. Ci potrebbe essere Toni, ma è in fase calante. Abbiamo attaccanti forti come Pazzini, Di Natale, Gilardino, Quagliarella…ma con le caratterisitiche di Amauri mancano”.

Quindi più Amauri che Cassano?
“Si”.

Un nome che vedresti bene come successore di Lippi sulla panchina della nazionale?
“A me è sempre piaciuto molto Carlo Ancelotti”.

Infine, un’opinione su quello che è successo tra Francia ed Irlanda durante la gara di qualificazione ai Mondiali:
“Questo è stato un cattivo spot per il calcio. Significa che molte volte prevalgono gli interessi legati alle squadre importanti, e questo non è giusto. Non va bene. Ormai il calcio viene gestito da una casta di persone che pensa solamente all’interesse che il calcio procura. Va capito, perchè altrimenti si perde di vista i valori. Se va una squadra meno blasonata della Francia al Mondiale, va bene lo stesso. E’ un brutto episodio su cui riflettere. Non deve accadere, ora diventa difficile nasconderlo, è accaduto davanti agli occhi di tutti”.

La redazione di Calcio News 24 ringrazia Paolo Rossi per la squisita disponibilità .

Exit mobile version