2014
Esclusiva – Oddo: “La mia nuova carriera come quella di Inzaghi, sorpreso da Toni”
Una carriera a percorrere chilometri su chilometri lungo la fascia, togliendosi spesso lo sfizio del gol. Massimo Oddo e il calcio, un legame indissolubile. L’ex terzino di Milan, Lazio e Bayern Monaco ha intrapreso la carriera di allenatore. La prima tappa si chiama Genoa alla guida degli Allievi Regionali, un’esperienza importante per mettere in discussione le prime idee. La redazione di Calcionews24.com lo ha intervistato in esclusiva raccogliendo le sue prime sensazioni anche sulla prossima coppa del Mondo in Brasile, una manifestazione che lo ha visto trionfare in quell’indimenticato 2006.
Massimo come sono stati questi primi mesi in panchina? Possiamo tracciare un primo bilancio?
“E’ un’esperienza positiva, bella, sicuramente da fare per chi volesse iniziare. Fai esperienza a tutti i livelli, riesci a capire se le idee che avevi quando non allenavi le riesci a portare sul campo. Impari a conoscere i ragazzi e te stesso come allenatore, un profilo profondamente diverso rispetto a quella da giocatore”.
Hai intrapreso un percorso simile al tuo ex compagno Filippo Inzaghi: speri di ottenere gli stessi risultati nel breve periodo?
“Lui ha fatto un percorso simile al mio, ha iniziato da un settore giovanile importante come quello del Milan e stiamo facendo la stessa strada, si. Ha iniziato un anno prima di me, è riuscito a vincere un trofeo importante come il Torneo di Viareggio. Sicuramente ha iniziato molto bene e diventerà un bravo allenatore perchè ha tutte le capacità per farlo”.
Quali sono le difficoltà che stai incontrando e che magari non pensavi di poter avere?
“Di grosse difficoltà non ne sto incontrando devo essere sincero. Forse quella di doverti abituare alle possibilità che ha un settore giovanile, io ero abituato alle grandi squadre. Una miriade di persone che ti aiutano sul campo, tanti collaboratori tecnici e atletici, un fisioterapista che ti segue quotidianamente. Ovviamente stando in un settore giovanile devi abituarti alle risorse che hai, un secondo e un collaboratore atletico. Gestire un gruppo di trenta giocatori e non è mai facile, a volte ti capita di allenarti su una metà campo perchè di là c’è un’altra squadra. Queste difficoltà ti aiutano a crescere perchè ti abitui a ricavare il massimo con le poche risorse a disposizione”.
Guardando anche al futuro Prandelli sta adottando questa nuova idea degli stage per imitare il modello spagnolo ovvero insegnare un modo di giocare fin dalle giovanili. Può essere una soluzione valida per il futuro o ci sono altre problematiche?
“Può essere utile sopratutto ai resposabili delle varie Nazionali per capire meglio i talenti che ci sono in circolazione, è normale che con cosi pochi allenamenti non puoi pretendere di insegnare un certo tipo di gioco, è impossibile. Non ci si riesce in un anno di lavoro però tenerli sotto osservazione è importante per il futuro”.
Il Massimo Oddo giocatore era una terzino di spinta con spiccate doti offensive. Prediligi questa fase anche nella tua nuova carriera?
“Io avevo queste caratteristiche quindi cercavo di metterle in pratica, credo che un allenatore bravo sia quello che capisce le qualità dei suoi giocatori cercando di limitare i difetti. Nel calcio ci vuole equilibrio, dove un giocatore ha determinati caratteristiche devi essere bravo a esaltarle e nascondere i lati negativi”.
Con gli Allievi regionali del Genoa quali obiettivi vi siete posti?
“Il mio è un campionato particolare, è molti difficile anzi probabilmente è il più duro perchè noi giochiamo con le squadre di categoria di A e B pari levi quindi i 98′ e i due fuori quota 97′. Nel nostro girone ci sono Torino, Novara, Juventus e Varese mentre le altre sono tutte di C. Loro possono utilizzare i 97′ e quindi puoi capire che a questa età un anno in più fa la differenza. A livello di fisicità paghi tantissimo, c’è una notevole differenza. Nonostante questo siamo li, stiamo tendendo botta essendo quarti a cinque punti dalla prima. Non è quello che ci interessa, in questa categoria si cura lo sviluppo del giocatore che deve essere pronti per la prossima stagione dove si fa classifica vera e propria. Quest’anno conta poco la classifica, conta far crescere questi ragazzi”.
Quindi nessun premio o festeggiamento particolare in caso di arrivo nelle primissime posizioni?
“No se facciamo un bel campionato sono loro che devono dare un premio a me( ride ndr). A parte gi scherzi, non ho promesso nulla. E’ un premio per me perchè sono riuscito a imparare loro qualcosa ma sopratutto a loro perchè vuol dire che sono migliorati e sono pronti per fare un salto di rilievo nel primo campionato importante”.
Hai giocato con diverse maglie importanti come quella del Bayern di Monaco. Nella tua lunga carriera qual è l’allenatore che ti ha colpito di più e che potrebbe influenzare la tua carriera?
“Diciamo che io prendo spunti da tutti, nel bene e nel male. E’ ovvio che ci sono alcuni allenatori dai quli cerco di prendere più benefici nel bene e nel male. Erano tutti ottimi allenatori, bravi sotto certi aspetti, meno altri. Magari anche da quelli meno bravi impari a sbagliare di meno. Sono stati tutti importanti per il mio percorso”.
Con Luca Toni ti legano grandi ricordi sia in azzurro che al Bayern, appunto. Te lo saresti aspettato cosi protagonista dopo un biennio avaro di soddisfazioni?
“Sinceramente no, ma non credo se lo aspettassero in molti. Questo succede perchè quando questi grandi campioni vanno a giocare in provincia vengono visti male perchè sono consderati sul viale del tramonto ma non animati dalla voglia di smettere definitivamente. Lui ha dimostrato grande voglia di mettersi in gioco e sta facendo molto bene. E’ avvantaggiato dalle sue caratterisitiche che non sono quello di un giocatore esplosivo e veloce ma di far valere il suo fisico e la stazza. Gioca molto di esperienza e fa valre il suo grandissimo fisico perchè è bello grosso. Sta dando il suo contributo alla grande”.
Lo porteresti al Mondiale?
“Ma non so, un giocatore come lui non ha bisogno di sponsorizzazioni”.
Questa Nazionale che obiettivo si può porre? Si può puntare alle semifinali anche se il divario tecnico con la Spagna è sembrato netto?
“Non vedo un divario cosi lampante, dal punto di vista tecnico sono superiori. Abbiamo anche noi giocatori di qualità, certo non si può dire che partiamo da favoriti ma sicuramente siamo una squadra forte che può dire la sua. La storia ci insegna che non sempre vince la squadra più forte. Questo è successo a noi nel 2006, probabilmente c’erano squadre più forti di noi. La stessa Francia sulla carta aveva qualcosina in più ma alla fine abbiamo vinto noi, la stessa Germania aveva una squadra forte. Subentrano troppi fattori che determinano la vittoria in un campionato del Mondo”.
Nella tua lunga carriera qual è stato il compagno più simpatico?
“Ce ne sono stati tanti, in ogni squadra ci sono quei due o tre compagni più simpatici. Sicuramente tra questi Pirlo, Gattuso, Toni e Ribery. Sono sempre andato d’accordo con tutti e non ce ne è uno in particolare”.
Qualche compagno con cui non sei riuscito a legare?
“Ma ti dirò per fortuna no, sarà che ho un carattere molto aperto e difficilmente ho da discutere con qualcuno”.