2012

Esclusiva, Inter ancora ko: il mental coach Civitarese analizza la mini crisi e il caso Sneijder

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Forse parlare di crisi sarebbe eccessivo, ma di certo l’Inter non se la sta passando bene nell’ultimo periodo. Dopo il 3-1 rifilato alla Juventus, l’undici di Andrea Stramaccioni ha pareggiato in casa con il Cagliari ed è stato sconfitto dall’Atalanta, dal Rubin Kazan e, ieri sera, dal Parma. Per analizzare il momento negativo della compagine nerazzurra, la redazione di CalcioNews24.com ha intervistato in esclusiva Roberto Civitarese, uno dei mental coach più in vista del panorama sportivo e calcistico italiano.

 

L’Inter ha ottenuto un solo punto in tre giornate dopo la vittoria contro la Juve: è un caso?

Teniamo in considerazione che, dopo aver battuto la Juventus, l’Inter ha incontrato tre squadre che stanno attraversando un ottimo momento di forma. Oltre a questo, capita spesso che quando ti trovi ad affrontare un impegno importante come la sfida di Torino, sia necessario un dispendio di energie fisiche e mentali superiore alla norma. Aggiungiamo anche il senso di appagamento dopo la vittoria che può abbassare il livello di attenzione e di tensione nelle partite immediatamente successive. Sono convinto che l’insieme di questi fattori abbia determinato il calo di rendimento della squadra allenata da Stramaccioni”.

 

E’ possibile che l’Inter abbia avvertito le vertigini?

Come dicevo prima, una vittoria importante può creare il senso di appagamento che inevitabilmente porta con sé una minor tensione per la partita successiva. Penso che la posizione in classifica non abbia condizionato la squadra nerazzurra, anzi. Di solito questo fattore è un elemento motivante perché condiviso da tutto il gruppo”.

 

Il caso Sneijder può avere un’influenza negativa su tutta la squadra?

Penso che il caso Sneijder sia nell’aria già da molto tempo. Comunque, quando un giocatore va in campo pensa a come dare il massimo e a contribuire insieme al gruppo per ottenere il miglior risultato possibile. Ciò che succede al di fuori del campo rimane fuori e non credo possa condizionare i risultati sportivi. Chi pensa che i risultati dipendano da altri fattori, sta in realtà creando degli alibi ai quali aggrapparsi e deresponsabilizzarsi in caso di risultati negativi”.

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