2014
Esclusiva – Dario Canovi: “L’abolizione dell’Albo è una fesseria, l’intermediario va contro le leggi italiane”
Sono giorni di riflessioni e discussioni in Lega Calcio impegnata su due tavoli: l’abolizione, poi rientrata, delle comproprietà, e la liberalizzazione della figura dell’agente. Nei prossimi mesi entrerà in vigore il nuovo regolamento Fifa che potrebbe vedere l’abolizione dell’albo degli agenti Fifa in favore dell’intermediario. Quest’ultimo potrebbe lavorare sia per la società che per il giocatore i quali sarebbero spinti a contribuire al pagamento delle commissioni, cosa che adesso è di prassi a carico dei club. Per un commento su questa ipotesi abbiamo interpellato un decano tra gli agenti Fifa, Dario Canovi, che ci ha motivato anche la sua scelta di uscire qualche anno fa dall’Albo stesso.
Dottor Canovi si va verso l’abolizione della figura dell’agente Fifa, un’idea che era già stata paventata nel 2011. Può portare dei miglioramenti al nostro sistema calcistico?
“No in linea di principio credo che sia una delle più grandi fesserie che si possano fare. Già ora gli agenti non si comportano bene. Ma a parte questo autorizzano di fatto la figura dell’intermediario che in Italia è proibita. L’intermediazione in campo di lavoro è proibita, non mi rendo conto come possa acconsentire la Federazione Italiana a quella che potrebbe essere una norma che va contro quelle dello Stato Italiano. Parliamo sempre di lavoro perchè non dimentichiamo che in Italia il giocatore è considerato un lavoratore subordinato, e in Italia l’intermediazione è proibita. Secondo me è molto più giusto fare un Albo più serio, con norme più severe. E’ questo il motivo per cui sono uscito, non sono più un agente Fifa perchè non credo in questo regolamento. Lo ritengo profondamente sbagliato, la motivazione reale è che la Fifa ha troppe vertenze tra agenti e calciatori ma anche tra agenti e società. I calciatori spesso non pagano, le società idem e per questo motivo ci sono tropee vertenze e questa la reale motivazione per cui la Fifa vuole operare in tal merito”.
Non c’è il rischio che questi problemi vengano icrementati? Si ragiona sull’accettazione dei conflitti d’interesse purchè dichiarati con l’intermediario che potrebbe essere pagato sia dalla società che dal giocatore stesso.
“Per esempio agli avvocati questo è proibito perchè non possono ricevere compensi da ambo le parti. Non so come si riusciranno a districare con tutte le norme che regolano la professione. Siamo all’assurdo, al ridicolo e questo dimostra come il calcio sia mal gestito e non solo in Italia”.
Quali potrebbero essere i danni per i giocatori che non avranno più una figura che li accompagna nelle scelte anche delle sponsorizzazioni?
“Noi all’inizio eravamo solo procuratori dei giocatori e ci dovevamo interessare solo dei nostri assistiti, nel senso più lato possibile. E’ chiaro che con questa norma il giocatore dovrà scegliere un avvocato, un commercialista, un parente che tra l’altro succede già. Non ha grandi rischi da questo punto di vista, possono scegliere un professionista serio”.
Il ritornello più frequente afferma che in Italia ci sono più di mille agenti ma alla fine ne lavorano trecento.
“Trecento sono pure troppi secondo me non è cosi. Se noi facciamo il calcolo del numero dei giocatori che militano nei club italiani non arriviamo a duemila. Dovrebbero esserci 2500 giocatori nei vari campionato, compresi i ragazzini, per cui facciamo presto a fare i conti. Trecento agenti dovrebbero avere cinque giocatori a testa ma cosi facendo non mandi avanti il tutto. La Federazione Italiana ci rimette tanti soldi che chiede agli agenti, ci rimetteranno le assicurazioni che hanno fato le fieiussioni per gli agenti. Ma anche loro stessi che non avranno i soldi che prendono dagli agenti, la Federazione non ha mai utilizzato quei soldi per migliroare il sistema magari con l’istruzione a quelle che sono le regole basilari. Non controllano manco gli operati, io ho fatto denuncie ma non hanno mai verificato le violazioni fatte da alcuni agenti”.