2012
Esclusiva – Buscè: “Maccarone e Tavano i trascinatori, Empoli, con loro si può puntare in alto. E sul Bologna…”
Antonio Buscè non ha dimenticato l’anno trascorso al Bologna e, non ha nemmeno rimosso, le otto stagioni passate in azzurro con la maglia dell’Empoli. L’attuale centrocampista del Pisa, in esclusiva a CalcioNews24.com, ha commentato l’attuale situazione dei toscani e degli emiliani.
Da squadra spacciata ad una delle più in forma del campionato. E’ rinato l’Empoli?
“La posizione in classifica dell’Empoli, ad inizio campionato, era anomala. Le squadre già collaudate hanno meno problemi ad ambientarsi rispetto a quelle che hanno una rosa nuova. Conoscendo l’ambiente azzurro, so come si lavora, escludo problemi di intesa tra i giocatori. I calciatori che fanno la differenza, quali, Maccarone, Tavano, Valdifiori e Moro, hanno trovato difficoltà inerenti al fisico. Si è dovuto aspettare un po’ prima che iniziassero a carburare per bene, averli al top, in Serie B, fanno la differenza. Quando l’Empoli ha ritrovato al 100% questi elementi, allora ha potuto iniziare a giocare per bene il campionato”.
Qual era il problema negli anni scorsi?
“Nonostante i problemi, l’Empoli non ha mai lottato per la salvezza, ad eccezione della scorsa stagione. L’anno scorso è stato un campionato anomalo: la squadra era competitiva ad arrivare almeno ai play-off. Purtroppo ci sono annate in cui inizi col piede sbagliato, fai fatica a trovare il bandolo della matassa e trovi difficoltà. Complice è stato anche il cambio dei numerosi allenatori in poco tempo. Quando ti abitui a lavorare con un certo schema o mentalità e poi dopo un mese e mezzo cambia tutto, allora si fa una fatica enorme. Da quando è tornato Aglietti, da febbraio fino a chiusura del campionato, l’Empoli ha fatto un campionato da media play-off. Purtroppo, il tempo e la strada che si era persa all’inizio, era tanta. Il guaio è stato questo: nonostante i tanti risultati positivi gli azzurri hanno sempre dovuto rincorrere. Con qualche punto in più, magari, non si ritrovava in quella situazione. L’Empoli ha fatto sempre stagioni importanti in cadetteria, in Serie A, invece, l’obiettivo era sempre la salvezza. Ciò nonostante, in massima serie ha conseguito risultati incredibili come la partecipazione alla Coppa Uefa. In otto anni che ho lavorato con l’Empoli, l’unica stagione andata male, è stata quella dell’anno scorso”.
Saponara ha dimostrato più volte il suo valore, dove pensi che lo vedremo tra qualche anno?
“Saponara è uno di quei giovani che deve fare la differenza perché ha grandi doti tecniche e fisiche, deve essere consapevole del suo potenziale e di poter arrivare a livelli importanti. Ho visto qualche partita e si vede che riesce a gestire determinate situazioni o fare giocate importanti. Saponara è migliorato tanto rispetto all’anno scorso”.
Ci sono altri giovani che meritano palcoscenici più alti?
“I giovani di quest’anno non li conosco tutti. So che stanno facendo giocare Hisaj, che è un classe ’94, e sta facendo bene. Lo stesso Saponara che non è più una novità, ma è giovane anche lui. Gli altri li conosco poco. Signorelli non ha giocato tanto, ma ha comunque fatto bene. Non dico bisogna avere la fortuna, ma almeno farsi trovare pronti in quei momenti che vengono concessi. L’Empoli lavora prevalentemente per i giovani e, da tanti anni, svolge questo lavoro e lo farà anche quest’anno”.
Nella prossima giornata al Castellani arriva lo Spezia. Da un lato l’Empoli, squadra in forma, dall’altro gli aquilotti, una squadra in crisi di risultati. Che partita dobbiamo aspettarci?
“L’Empoli sta facendo cose importanti, ha una certa quadratura ed è in forma. Con gli azzurri, però, non c’è mai un risultato scontato. Lo Spezia, però, ha giocatori importanti e vive soprattutto di giocate individuali. Sansovini è uno che vuole sempre far gol, sarà una partita aperta a tutti i risultati. Mi auguro, da sportivo, che sia una bella partita di calcio”.
Il Bologna invece non sembra avere segnali di ripresa. Perché attualmente si ritrova a lottare per la salvezza?
“Dire cosa sta sbagliando è difficile, quando ci sono annate così si fa fatica a trovare spiegazioni. A Bologna ci sono stati giocatori importanti che sono stati assenti per infortuni. Il club rossoblù crea la squadra intorno a quattro o cinque giocatori di qualità ed è normale che, quando questi vengono a mancare, si incontrano difficoltà. L’anno scorso il campionato degli emiliani è stato importante. La piazza Bologna l’ho vissuta un anno e mezzo e posso dire che è abbastanza calda perché i tifosi sono sempre presenti. Ha giocatori importanti come Diamanti, Acquafresca, Morleo, Portanova, Garics, gente che ha le potenzialità per venir fuori da questa brutta situazione”.
Complice anche un calo di Gilardino?
“Fino ad adesso sta dimostrando di esserci ancora, ma è normale riscontrare qualche problema fisico in lui. Gilardino è un attaccante che vive di gol e li ha sempre fatti, purtroppo la squadra va male e non gli riesce sempre la marcatura. Sono giocatori come lui che possono tirare fuori il Bologna da questa situazione. Non c’è niente di scontato. Magari bastano due vittorie, si riacquista fiducia ed entusiasmo e si ricomincia a carburare. Vedere gli emiliani, penultimi in classifica in Serie A, non mi fa di certo piacere”.
La prossima partita è contro l’Atalanta, reduce da due sconfitte. Il Bologna può approfittarne?
“Giocando in casa due partite, il Bologna ha una grande chance, può giocare una fetta di campionato. Non sono però fondamentali perché ci sarà ancora un girone di ritorno da disputare. Però fare più punti possibili nella doppietta casalinga può essere utile psicologicamente. A volte ci si fa prendere dalla troppa voglia di recuperare la classifica e si sbaglia tutto. L’Atalanta è reduce da due sconfitte, ma in compenso sta facendo un buon campionato. Se il Bologna riesce ad avere la pazienza giusta, può vincere la partita. I match si possono portare a casa anche al novantacinquesimo. I rossoblù hanno i giocatori per fare male e, prima o poi, il gol lo trova”.