Esclusiva, Adams: «Wenger da sempre l'uomo giusto per l'Arsenal» - Calcio News 24
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2013

Esclusiva, Adams: «Wenger da sempre l’uomo giusto per l’Arsenal»

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Il difensore poi afferma: «L’Inghilterra non andrà lontano ai Mondiali»

Tony Alexander Adams ha vestito per 18 anni la casacca dell’Arsenal e tutt’ora è un ambasciatore del club di Londra, nonostante il suo impegno dirigenziale con il Gabala in Azerbaijan lo tenga quotidianamente occupato. Una carriera ed una vita da Gunner non si dimenticano e, a margine dell’evento organizzato a San Siro da Indesit, Support Your Hero, l’ex difensore della nazionale inglese ci ha parlato della situazione attuale dell’Arsenal, degli obiettivi a breve termine dei londinesi e delle prospettive per la nazionale inglese in vista dei Mondiali del 2014 in Brasile.

Come giudichi la stagione appena conclusa dell’Arsenal?

«Che dire, sono ora sedici anni consecutivi che la squadra centra l’obiettivo Champions League. Comunque, non è un obiettivo così fondamentale quanto quando il club stava cambiando stadio e si era indebitato per la costruzione della struttura. Congratulazioni a tutti: ora speriamo che riescano a crescere ancora ed andare avanti anche in Europa».

I cambi in panchina di Manchester United, Manchester City e Chelsea potrebbero avvantaggiare l’Arsenal per quanto riguarda la Premier League e la corsa al titolo?

«No, non penso. Alla fine contano i giocatori. Se hai i calciatori giusti in rosa, vinci. Soprattutto i giocatori difensivi. L’Arsenal è sempre una concorrente per il titolo, recentemente il club ha guadagnato solidità anche nel reparto arretrato. Il Manchester City quest’anno ha pagato qualche errore decisionale costato caro a lungo andare nel corso del campionato. Comunque, difficilmente l’Arsenal sarà avvantaggiato dai cambi in panchina di Manchester United, Manchester City e Chelsea. Alla fine, ripeto, vincono i giocatori».

Chi acquisteresti per rinforzare l’Arsenal se fossi Arsène Wenger?

«Robin van Persie (ride, ndr). Che dire, quando hai un giocatore del genere in squadra, fa assolutamente la differenza. Lui voleva cambiare aria, ha preso questa decisione ed è giusto che entrambe le parti ora vadano avanti per le rispettive strade. Speriamo che i portieri dell’Arsenal riescano a fare il decisivo salto di qualità e raggiungere maggiore fiducia nei propri mezzi. Sicuramente è di fondamentale importanza il recupero a pieno regime di un elemento della qualità di Jack Wilshere, ma non va spinto troppo, altrimenti si rischia di portarlo a situazioni di infortuni come in passato. Sono altrettanto importanti i rinnovi di vari giovani di prospettiva come Jenkinson, Wilshere, Ramsey, Oxlade e Walcott. Tutti si sono legati al club e rappresentano il suo futuro».

Wenger è ancora l’uomo giusto per condurre l’Arsenal al successo?

«Credo che i tifosi desiderino un trofeo, è normale. Wenger è sicuramente l’uomo giusto per continuare a condurre la squadra, nessun dubbio su questo aspetto. Chi altro ci sarebbe che potrebbe prendere il suo posto?».

Quali dovrebbero essere gli obiettivi dei Gunners per la prossima stagione?

«Sarebbe magnifico riuscissero a vincere un trofeo, almeno una coppa nazionale. Per vincere devi essere abituato a vincere. Se non hai mai vissuto l’esperienza della vittoria e non hai mai provato quella sensazione, difficilmente sei spinto a volerla rivivere. Mi piacerebbe vedere l’Arsenal sempre in lizza per il titolo e terminare perlomeno nelle prime quattro, ma magari sarebbe bello poter finalmente vincere una FA Cup, per poi aggiungere tre elementi di valore alla rosa e puntare al titolo».

Il dualismo con il Tottenham nella “North London” cresce di anno in anno. Gli Spurs hanno una squadra sempre più competitiva…

«Hanno avuto il giocatore dell’anno, Gareth Bale. Sono una grandissima squadra, ma sono arrivati quinti in campionato. Hanno fallito i propri obiettivi stagionali. Penso in gran parte sia dovuto allo scarso turnover fatto dal manager. I giocatori si sono stancati nel finale di stagione, ed hanno buttato via una chance enorme per finire tra le prime quattro. Credo che si stiano mangiando le mani per quanto accaduto. Tuttavia, se terranno Gareth Bale, che ha fatto l’ennesimo salto di qualità, potranno puntare ancora alle posizioni in alto nella classifica».

Sei ancora un dirigente del Gabala, dopo la tua esperienza da allenatore, ed anche un ambasciatore dell’Arsenal. Come vivi questa tua posizione?

«Lavoro ancora per il Gabala dal punto di vista manageriale, questo resta il mio impegno quotidiano. Stiamo facendo qualcosa di incredibile là in Azerbaijan. Sono uno dei consiglieri del presidente ed il club è in netta crescita. Il calcio locale sta crescendo. Ora sono in programma delle grandi amichevoli con un super torneo. Arriverà il nuovo stadio entro due anni e ci sono le migliori infrastrutture sportive dell’Est. Certo, se poi l’Arsenal mi chiede di rappresentare il club a Milano in eventi come questo, non dirò mai di no (ride, ndr.)».

Cosa pensi della campagna acquisti dell’Arsenal? La filosofia è quella di puntare sempre sui giovani, ma ci sono stati anche innesti recentemente con una certa esperienza. Tuttavia, questi sono stati spesso calciatori stranieri: non credi manchi un po’ la spina dorsale britannica che aveva caratterizzato l’Arsenal vincente in passato?

«Credo che stia avvenendo in parte questo processo con i vari Jenkinson, Wilshere, Ramsey, Walcott e Oxlade. L’esperienza dei calciatori inglesi era fondamentale per le ultime vittorie dell’Arsenal, ma anche questi giovani talenti devono pur accumulare esperienza in qualche modo e quale migliore modo che giocando? Nell’Arsenal vincente degli anni d’oro c’erano dei super-giocatori. Siamo stati particolarmente fortunati, io e quella generazione di calciatori. Sono venuti fuori tantissimi talenti, tutti assieme. È molto raro che accada in questa maniera. Allo United è accaduto con alcuni loro campioni. Penso che ora sia arrivato il momento per la prossima generazione di farsi largo e lasciare il segno. Penso che l’Arsenal abbia una filosofia che punti all’investimento importante gà nel settore giovanile, su giocatori ancor più giovani di Walcott e Oxlade. Comunque, negli ultimi anni sono stati acquistati giocatori di assoluta esperienza, come Arshavin, Podolski, Arteta e Vermaelen. Certo, come dite bene anche voi: sono tutti stranieri. Serve tempo ai giovani inglesi dell’Arsenal per emergere e provare a vincere qualcosa col club».

Cambiando discorso, in vista dei Mondiali in Brasile nel 2014: come pensi che si piazzerà l’Inghilterra di Hodgson?

«Credo che, ancora una volta, non arriveremo in fondo alla competizione. Abbiamo come sempre quantità, ma manca qualcosa in qualità. Penso che passare i gironi sarebbe per noi già un successo, non ci vedo andare molto oltre. Credo che in questa edizione saranno le nazioni dell’emisfero del sud a fare la differenza in Brasile. Sicuramente all’Inghilterra servirà un grande Rooney per poter fare bene ai Mondiali, la nazionale ha bisogno di lui in un ottimo stato di forma. All’Inghilterra manca una vittoria in una competizione internazionale da moltissimo tempo, troppo. Inoltre, a noi manca anche quella che è un po’ la mentalità che contraddistingue gli italiani ed i tedeschi: sai già in partenza che saranno sempre là a lottare, fino alla fine. Hanno la mentalità per i grandi tornei. Sono convinto però che non sarà una nazione europea a vincere la competizione e sollevare la coppa».

Toccando nuovamente il tasto Arsenal, non c’è proprio nessuno che potrebbe prendere il posto di Wenger all’Arsenal?

«Non c’è nessun altro in grado di portare a termine il lavoro partito ormai sedici anni fa. Wenger è arrivato a sedici qualificazioni consecutive in Champions League, non ha mai mancato l’obiettivo minimo prefissato. A livello finanziario il club va alla grande grazie a lui. Non penso nessun altro possa occupare il suo posto. È certamente l’uomo giusto per l’Arsenal».

 

Intervista realizzata da Brando de Leonardis ed Alessandro Pistolesi.

Si ringraziano Tony Adams ed Indesit per la cortesia e la disponibilità.