2012
Errori arbitrali, Cesari: ?Serve specializzazione?
SERIE A ERRORI ARBITRALI CESARI – La mole di errori arbitrali commessi in queste giornate di campionato, oltre che scatenare polemiche, ha imposto una seria riflessione. Intervistato da Tuttosport, Graziano Cesari, che è stato arbitro in Italia per 20 anni e a livello internazionale dal 1994 al 2002, ha provato ad analizzare la situazione.
Cesari, gli arbitri oggi sono così scarsi?
«Ottobre e novembre sono mesi difficili, per la concentrazione di big match e impegni europei, ma non ho mai visto tanti errori e così gravi».
E perché sbagliano così tanto?
«Perché guardano troppa televisione e si preoccupano troppo dei commenti. Quando si coprono la bocca mentre parlano, ad esempio, è perché stanno pensando alle telecamere. Così però finiscono per essere meno concentrati sulla partita e condizionati dal momento mediatico».
Come uscire da questa situazione?
«Il problema è che non ci sono i fuoriclasse, quelli che i giovani possono prendere come esempio e al fianco dei quali possono crescere, come avviene per i calciatori. E i fuoriclasse non ci sono perché si è appiattito tutto, con un’unica categoria in cui tutti fanno tutto e nessuno si ferma. Si dovrebbe tornare a stimolare l’ambizione a migliorarsi ed emergere tra gli altri».
L’introduzione dei giudici di porta è stata positiva o ha generato confusione?
«E’ presto per un bilancio, un periodo di rodaggio è indispensabile. Però bisognerebbe tener conto delle caratteristiche di ognuno nelle designazioni: il rigore di domenica contro il Torino è stato segnalato da un giudice di porta (Calvarese, ndr) che come arbitro in 28 partite ha decretato 12 rigori e 11 espulsioni, mentre l’arbitro Guida nello stesso numero di partite ha fischiato 8 rigori ed estratto 4 rossi. E’ evidente che sono troppo diversi per lavorare bene insieme. Ed è evidente e inevitabile che una “star” nelle vesti di giudice di porta tenda a incidere sulla direzione di gara. Serve specializzazione, i giudici di porta potrebbero farli gli arbitri che a 45 anni vengono pensionati, e reintrodurre le terne fisse, che lavorano assieme anche in settimana».