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2014

Eroe Handanovic: arriverà il tempo del raccolto

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handanovic rosso inter settembre 2014 ifa

Sesto rigore consecutivo neutralizzato, il portierone dell’Inter Samir Handanovic è oramai l’incubo degli avversari

Maxi Lopez, Cassano, Larrondo, Cossu, Toni, Konoplyanka: ci hanno provato, salvo poi doversi arrendere ad un unico ed immancabile esito. Parata di Handanovic, calcio di rigore fallito. Il sesto penalty neutralizzato consecutivo di una serie di mostruose prove di forza: il portiere sloveno è la saracinesca della nuova Inter versione Mancini-bis.

IMBATTIBILE – Oramai negli avversari è subentrata la classica questione psicologica: ritrovarsi dagli undici metri davanti ad Handanovic è un vero e proprio incubo. Le possibilità di sbagliare vanno oltre le elevatissime abilità dell’estremo difensore: la paura di battere il calcio di rigore conduce inevitabilmente ad un’esecuzione tutt’altro che perfetta. E questo timore ha una chiara origine: Samir Handanovic. Sesto rigore consecutivo ma anche quota venti in Serie A con il primato assoluto di Gianluca Pagliuca (24) all’orizzonte. Il portierone slavo non vanta soltanto freddezza in questa particolare situazione di gioco ma sicurezza assoluta in ogni fondamentale: presenza fisica, atletica e tecnica tra i pali, rapidità nella lettura delle azioni per farsi trovare pronto in uscita. Classe ’84, trent’anni per un portiere di livello non sono tanti da far ipotizzare un prossimo declino: Handanovic è nel pieno della sua carriera e può raccogliere i successi finora non arrivati.

PERSONALITA? – I detrattori ne evidenziano una carenza: tutti concordi nel riconoscere le enormi qualità del portiere, c’è chi ne ha sottolineato una certa mancanza di leadership. Tradotto: meno preponderante rispetto ai vari Neuer, Buffon, Casillas, Reina, Julio Cesar. Meno guida – tecnica e caratteriale – della difesa, un profilo più alla Courtois per intenderci. Silenzioso ed efficiente. Lo stesso Handanovic non ha mai dato particolare peso a tali considerazioni pensando a rigare dritto: non tutti possono avere all’interno determinate caratteristiche, meglio concentrarsi sulle proprie abilità. Ed il portierone nerazzurro leader lo è diventato non con i comportamenti ma con i fatti: ruolo che gli riesce alla grande in nazionale con una Slovenia dalle rinnovate ambizioni e che punta alla qualificazione ad Euro 2016, l’impianto difensivo di Mazzarri ha costantemente difettato ma la squadra non è affondata in pieno perché salvata dalle prodezze del suo ultimo eroe. Ora sotto la guida di Roberto Mancini si volta pagina e tutto l’ambiente interista (intristito) può sperare in un netto cambiamento di registro.

L’INTER DI MANCINI – Si diceva dei successi mai arrivati, quelli di Handanovic: il tecnico jesino però ha vinto tanto nel corso della sua carriera e lo ha fatto in posti diversi, dunque sa quali leve muovere a patto che gli venga riconosciuto il tempo necessario per applicare il suo credo calcistico. Il buon Samir potrebbe giovarne: un centrale in meno in difesa con il passaggio alla linea a quattro, vero, ma l’obiettivo è quello di alterare l’atteggiamento dell’intera squadra e dunque della sua proposta di gioco. Con un’Inter padrona della partita – e non presa d’assalto da chiunque graviti dalle sue parti – Handanovic può diventare il reale valore aggiunto nell’economia nerazzurra: se nel complesso si subisce poco è altamente probabile che con lo sloveno in stato di grazia l’Inter possa costruire le sue fortune sulla tenuta. E dunque sui dati reali inerenti ai gol incassati. Vedremo: ce lo dirà eventualmente la cura Mancini. Lo sloveno intanto aspetta l’ora del raccolto: merita di consolidare un palmares vuoto rispetto alle potenzialità di un portiere tra i primissimi esponenti mondiali del ruolo.

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