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Erlic: «Cresciuto tra le macerie della guerra, mio padre è il mio esempio»

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Le parole di Martin Erlic sulla sua infanzia: «La casa dei miei era stata distrutta dalle bombe, sono nato in una stalla»

Martin Erlic, difensore centrale del Sassuolo, ha parlato della sua infanzia nella Croazia post guerra su Sportweek, di seguito le sue parole.

«Sono del ’98. La guerra nella ex Jugoslavia era finita, restavano solo macerie. L’abitazione dei miei era stata distrutta da una bomba, così si erano sistemati nella stalla dove tenevano gli animali. Lì sono nato io, in mezzo alle galline e ai maiali. Ci siamo rimasti per due o tre anni, prima che, mattone dopo mattone, papà ricostruisse la nostra casa. Vengo da una famiglia di contadini. Non so come faccia mio padre ad alzarsi ancora oggi alle 4 del mattino per andare a lavorare la terra, e rientrare al tramonto. Lui è l’esempio più grande che io possa sperare di avere. Perciò in queste foto mi vedete raccogliere carote e patate: sono i prodotti della terra di mio padre e mia madre. La nostra terra. Ogni anno, quando finisce il campionato, torno nel mio paesino, Tinj, dove vivono 500 persone in tutto, e aiuto i miei nei campi della loro azienda agricola. Non mi vergogno di quello che faccio. Non sono il tipo che vede lavorare il suo vecchio e se ne va in spiaggia a prendere il sole. So quanti sacrifici ha fatto per darmi qualche soldo per comprarmi le scarpe da calcio, quando ho iniziato a giocare. Non voglio nascondermi dietro a una maschera che non mi appartiene».

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