Coppa Italia
Inter, Eriksen regista: perché è piaciuto e perché no…
Nella sfida di Coppa Italia contro la Fiorentina, in casa Inter il mirino era puntato sulla posizione di Eriksen da regista: senza infamia e senza lode la prestazione del danese
L’uomo che fa discutere il popolo nerazzurro è sempre lui: Christian Eriksen. La trasferta di Coppa Italia a Firenze ha proposto per la prima volta il centrocampista danese nelle vesti di regista arretrato. Una prova sufficiente, ma non certo scintillante, sulla quale poter lavorare e “costruire” nei prossimi mesi.
Che l’ex trequartista del Tottenham potesse o meno ereditare i compiti tattici di Brozovic è stato argomento molto dibattuto nei mesi scorsi. Una soluzione che Conte a lungo aveva negato e boicottato, salvo rispolverarla nel momento in cui più nessuno si immaginava potesse accadere.
La naturale eleganza e pulizia nelle giocate di Eriksen si è vista anche al Franchi. Salvo qualche porzione di gara, è stato spesso presente nella cucitura della manovra nerazzurra, in particolare sul corto. Ed è ugualmente piaciuta l’iniziativa palla al piede e la conclusione in occasione del rigore conquistato poi da Sanchez.
Indubbiamente la sua capacità di verticalizzare avrebbe potuto essere sfruttata meglio, ma non sempre i movimenti offensivi ne hanno assecondato l’attitudine. Insomma, nel complesso chi si attendeva una vera illuminazione sarà rimasto un pochino deluso. Un pizzico di personalità in più nelle scelte sarebbe stata gradita, ma va detto che la mancanza di fiducia è un fardello complicato dal quale liberarsi.
Anche perché non sono piaciuti alcuni passaggi a vuoto del danese: due o tre giocate semplici sbagliate, potenzialmente pericolose, che in quella zona di campo non ci si può permettere. Si può lavorare e molto, invece, sui tempi del pressing e nelle letture difensive, un tema estremamente caro a Conte.
I 120 minuti in campo comunque testimoniano una prestazione nel complesso sufficiente. L’Inter non avrà probabilmente trovato un nuovo titolare, ma la sensazione, quella sì, di avere ancora in casa un giocatore che potrà rivelarsi utile nella posizione di play basso. Un regista non da ritmi alti e aggressività, quanto piuttosto da gestione e pulizia.