Eredivisie
Eredivisie, Psv Eindhoven: i 4 punti di forza di una squadra da record
Tutto sullo straordinario inizio di stagione del Psv Eindhoven in Eredivisie e in Champions League. I dettagli
Con una vittoria più che normale dati i suoi standard, 3-1 sull’Excelsior, il Psv ha chiuso il girone d’andata a 51 punti, frutto di 17 vittorie in altrettante partite. La serata di ieri ha detto un po’ di cose sull’oggi, nell’attesa di capire se potranno valere anche per il futuro.
1) La differenza di valori. Non era certo la gara in casa contro una formazione di medio-bassa classifica a poter interrompere il percorso della formazione di Peter Bosz. L’incognita era la pausa natalizia: poteva avere arrugginito il motore di una squadra che viaggia alla media di 3 gol (e oltre) a partita? La risposta è arrivata nel solito modo: mantenendo per l’appunto la tradizionale produzione offensiva, concretizzando 3 delle 10 occasioni confezionate e dei 27 tiri. A ben vedere, insomma, avrebbe persino potuto segnare di più (un gol è stato annullato a Til per una partecipazione al gioco di De Jong in posizione irregolare che in Italia avrebbe scatenato Open Var di turno). Tenendo conto che tutti gli avversari principali il Psv li ha affrontati e battuti giocando in trasferta, chi può andare a mettere i bastoni tra le ruote? In altri termini, la domanda da formulare meglio è: l’Eredivisie ha già definito il nuovo campione d’Olanda?
2) L’approccio. La superiorità del Psv non ha mai avuto bisogno di essere espressa rapidamente per potersi manifestare. In 16 incontri su 17, il divario è stato di minimo due reti, spesso anche molto di più. Unica eccezione, il 2-1 in casa del Feyenoord. Che osservando i primi 15 minuti di gara, ha maturato ben 10 punti in più rispetto ai rivali, che recuperano abbondantemente nel tempo successivo. Tutto questo ha un senso statistico, salvo aggiungere una cosa: nell’ultima del 2023, la squadra di Eindhoven in 16 minuti ha infilato 3 gol sul campo dell’Az Alkmaar. Ieri, si è “limitata” a un uno-due rifilato da De Jong. Dando così l’impressione di una spietatezza che sa trovare forme di concretezza rapide. E che ha nell’esperto centravanti una nuova certezza, ancor più forte di prima: con 15 centri può concorrere alla classifica cannonieri, l’unica cosa che il Psv potrebbe non vincere. La tripletta che ha inaugurato il 2024 è una serissima candidatura.
3) Tutto questo è noia. Esatto, distorcendo la canzone di Franco Califano, la sensazione che si può avvertire è una sorta di assuefazione a cotanto dominio. Ieri il Philips Stadion è sembrato assistere al match come a un’esibizione, si è acceso raramente, il picco lo si è registrato quando Veerman è andato a incitare uno spicchio di tifo piazzato sulla bandierina e che lo venera con uno striscione dedicato. L’effetto conseguente può essere la distrazione, difatti l’Excelsior ha segnato il 3-1 ed è andato molto vicino al 3-2, segnato per la verità ma condannato da un fuorigioco. Come antidoto a tutto questo c’è l’allenatore: la faccia di Bosz non era di quelle soddisfatte al fischio finale. Non una novità, peraltro, per quanto possa essere sorprendente andare a disquisire su una squadra che non sa fare altro che vincere.
4) La corsa al record. Con la vittoria di ieri, il Psv ha eguagliato sé stesso, quell’inizio del 1987-88 avvenuto sotto la guida di Guus Hiddink. La sequenza da primato in assoluto in Eredivisie ce l’ha l’Ajax versione 1971-72, piena epoca Cruijff, che infilò 19 gare di fila. A unire le due imprese, una considerazione: tanto i lancieri prima che il Psv dopo, in quell’annata vinsero la Coppa dei Campioni. Altra epoca, altra competizione, altri presupposti tecnici. Però, stanti i numeri maturati finora e la consapevolezza della propria forza maturata in patria e riprodotta in parte in Europa, De Jong e compagni possono a buon diritto sperare di passare gli ottavi di Champions contro il Borussia Dortmund.