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Eredivisie: Feyenoord-Psv, Xavi Simons grande, Jahanbakhsh di più

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Tutto quello che è successo nella sfida di Eredivisie tra Feyenoord e Psv. I dettagli dell’incontro olandese

Feyenoord-Psv prometteva spettacolo, a giudicare dal 4-3 che all’andata aveva sorriso alla formazione di Van Nistelrooij e all’importanza della posta in palio. Il big match della ventesima giornata di Eredivisie non ha tradito le attese e ne è uscito fuori un 2-2 che lascia inalterate le distanze in classifica a favore dei Rotterdammers: +2 sull’Az Alkmaar, il più vicino degli inseguitori: +4 sul Psv, che ha sfiorato la concreta possibilità di accorciare. A sorridere è l’Ajax, che con Heitinga alla guida ha ritrovato il modo di far funzionare la macchina da gol che si era inceppata e che con un facile 5-0 in casa del Cambuur conquista la terza posizione e va a -3 dal Feyenoord: un distacco più che accettabile per una squadra entrata in una così grande crisi di risultati da essere costretta al cambio di direzione tecnica.
Per il Feyenoord è il terzo pareggio in uno scontro diretto dopo la ripartenza post Qatar: il Psv arriva dopo i due 1-1 con Ajax e Twente. E se è vero che la fuga della banda di Arne Slot non si è concretizzata, è altresì significativo che quella odierna sia la settima domenica trascorsa in vetta solitaria. Nessuno ha fatto altrettanto e certamente rappresenta un capitale di credibilità e di autostima non indifferente per il futuro.

La gara di oggi, peraltro, poteva finire peggio perché i padroni di casa – sospinti da un tifo incessante come poche altre volte – si sono trovati sotto di 2 reti. Com’è potuto succedere? La risposta sta in parte nella fattura delle due reti. Se c’è una qualità che il Psv sa esprimere è la ricerca della profondità. Molto del merito va del folletto Xavi Simons, premiato in questi giorni come il miglior giovane del mese, un riconoscimento che fa notizia perché arrivato in un periodo non propriamente felice della squadra. Oggi il ragazzo è stato bravissimo nel trasformare un break nell’azione del vantaggio dopo appena 8 minuti. Ha portato palla con una conduzione magistrale (una delle sue qualità più evidenti). Ha osservato che Luuk de Jong sulla sua sinistra rischiava di trovarsi in offside. L’ha consegnata a El Ghazi che l’ha messa dentro con relativa facilità. Nella ripresa, appena dopo l’espulsione di Obispo che costringeva il Psv in 10, è di nuovo scappato in avanti. E quando ha capito che in porta non ci sarebbe arrivato, ha aspettato De Jong, bravissimo a trovare l’esordiente Thorgan Hazard che al primo pallone toccato in Olanda (arriva da Dortmund) ha trovato la via della rete.

Per condurre in porto una vittoria dal carattere fondamentale, c’era bisogno di tre elementi che il Psv non aveva: la parità numerica (ma qui deve recitare il mea culpa); un avversario fiaccato nel morale (tutt’altro, visto come aveva conteso ogni pallone cercando di strapparlo a forza); le lancette dell’orologio più avanti (mancavano ancora 22 minuti più un recupero che si sarebbe determinato in altri 9 aggiuntivi). Chissà, senza l’inserimento di un quarto fattore magari l’operazione sarebbe comunque riuscita. Ma l’ingresso in campo di Jahanbakhsh ha fatto la differenza. L’iraniano ha prima colpito di testa con un terzo tempo sul quale l’ottimo Benitez (ed ottimo è persino riduttivo) non ha potuto farci nulla. Infine, è entrato nella lista dei tanti e strepitosi calcianti da fuori area che il Feyenoord ha messo in evidenza in stagione: lui non c’era ancora riuscito e così ha inventato un destro a giro che è rimbalzato poco prima della porta per baciare il palo interno e finire in rete. Coronando una sforzo di 34 tiri che traducono in cifre tutta la ferocia che ha messo il Feyenoord per non perdere questa partita. L‘ennesimo grande spot dell’Eredivisie, 105 minuti complessivi di adrenalina vera.