Carli: «Io con Spalletti? Ci penserei» - Calcio News 24
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2016

Carli: «Io con Spalletti? Ci penserei»

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Il d.s. dell’Empoli apre alla Roma: «Non faccio il falso modesto»

Quando venerdì compirà 52 anni Marcello Carli sicuramente riceverà una telefonata da Luciano Spalletti, con cui è rimasto in ottimi rapporti. Insieme hanno giocato nell’Empoli, dove Carli è rimasto poi da direttore sportivo. Ma al termine della stagione il dirigente potrebbe raggiungerlo alla Roma, che saluterà Walter Sabatini.

SEGNALI ELOQUENTI – «In questo momento sono talmente concentrato su questa società che non penso ad altre situazioni. La sento mia, sono qui da venti anni, prima come giocatore e poi come direttore sportivo. Sono veramente felice, in questi quattro anni siamo passati dal rischio di sparire alla possibilità di restare in A. Non so quello che succede nel calcio. Se ci si salva quest’anno è impossibile migliorarsi. Penso alle motivazioni e quando mi accorgerò che quei 50 minuti di auto mi saranno pesanti dovrò chiudere. Se arrivasse l’occasione di un club importante, anche con le difficoltà che comporterebbe, la prenderei in considerazione. Se arrivasse qualcosa di serio la prenderei in considerazione. Non faccio il falso modesto», ha dichiarato Carli al Corriere dello Sport, lanciando segnali importanti alla Roma.

QUESTIONE DI FEELING – Poi ha parlato del rapporto con Spalletti: «Eravamo due calciatori ignoranti, nel senso che in campo non rispettavamo nessuno. Ci davamo da fare in un Empoli diverso da quello di oggi. Luciano è una bella persona, sono state due annate belle sotto tutti i punti di vista quelle vissute insieme. Aveva ancora qualche capello, era un ragazzo di personalità, ma io sono stato il suo capitano, mi deve rispetto. Poi è rimasto lì e ha cominciato a fare l’allenatore. Si vedeva già che ci sapeva fare. Prima della partita che abbiamo giocato a Empoli ci siamo fatti tante battute. Lui mi ha detto che mi mette le transenne e non mi fa entrare a Trigoria, io gli ho risposto che la prima cosa che faccio se vengo è quella di cambiare allenatore. Mi fa piacere che mi stimi, non perché è grande allenatore ma perché è un amico».

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