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El Kun Raspadori, l’oro del Sassuolo che tifa Inter e ha ribaltato il Milan
Il Sassuolo si gode Giacomo Raspadori, prodotto del settore giovanile neroverde, che ha steso il Milan con una doppietta da record
Giacomo Raspadori da Bentivoglio. I tifosi del Milan, probabilmente, ricorderanno questo nome a lungo. E’ stato il giovane classe 2000 infatti a fare la differenza in Milan-Sassuolo. I riflettori di San Siro erano puntati su Rafael Leao ma il portoghese ha deluso, l’italiano invece ha dato una grande lezione di umiltà e ha lanciato anche un messaggio ai signori del calcio. Ha dato un segnale importante perché si può fare calcio in una certa maniera, puntando sui vivai. E Raspadori è la punta dell’iceberg del grande lavoro fatto a Sassuolo in questi anni, con un settore giovanile che è cresciuto anno dopo anno grazie al direttore Francesco Palmieri. Ha iniziato con il Progresso, squadra dilettantistica di Castel Maggiore, a Bologna. Il Sassuolo aveva ingaggiato il fratello ma aveva notato anche Giacomo. Il responsabile del vivaio sassolese di allora, Gianni Soli (lo stesso che scoprì Berardi, ndr), lo vide e insistette con la famiglia, affinché lasciasse andare i due fratelli Raspadori. Giacomo è andato avanti, ha fatto la trafila nelle giovanili del Sassuolo, guardando i video del Kun Aguero (dice di ispirarsi a lui) e guardando in tv le partite dell’Inter. Tifava per per i nerazzurri da ragazzino e la doppietta da record al Milan (1° giocatore a segnare una doppietta da subentrato contro il Milan in Serie A nell’era dei tre punti a vittoria (dal 1994/95) lo avrà fatto doppiamente contento. Ieri infatti ha fatto soprattutto il suo dovere per il Sasol ma ha dato anche una grossa mano all’Inter di Antonio Conte.
Giacomo Raspadori da Bentivoglio: il Sassuolo ha il nuovo Berardi in casa
La prima chiamata in prima squadra è arrivata nel 2017/2018, con Beppe Iachini in panchina, ma è stato Roberto De Zerbi, un anno più tardi, a farlo esordire in Serie A. Nell’ultimo anno e mezzo ha lavorato in silenzio con la prima squadra, trovando anche 6 gol e guadagnandosi la fascia. «La fascia di capitano gli ha fatto bene ed era quella la mia finalità: fargli concretamente vedere che lui è un giocatore importante a tutti gli effetti e che non era il semplice ragazzino aggregato alla prima squadra e quel gesto ha fatto sì che lui si assumesse maggiori responsabilità e che facesse vedere quali sono le sue qualità». Detto fatto. Il ‘bravo’ ragazzo è diventato più smaliziato. E’ cresciuto, grazie anche agli insegnamenti di Roberto De Zerbi, che lo ha coccolato. E scherzando ha detto: «Dopo il Benevento gli ho detto che una sera saremmo dovuti andare a rubare portafogli, per fargli capire che è un ragazzo bravissimo e certe volte non malizioso». Niente rapina ma nel frattempo Raspa è diventato un rapinatore d’area di rigore.