Edy Reja e l'Atalanta: molto più di 14 partite senza vincere (sognando l'Europa) - Calcio News 24
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Edy Reja e l’Atalanta: molto più di 14 partite senza vincere (sognando l’Europa)

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Il ciclo dell’Atalanta targato Edy Reja: dal sogno Europa alle 14 partite senza vincere fino al rammarico post stagione

20 marzo 2016, l’Atalanta batte il Bologna per 2-0 grazie a Papu Gomez e l’ex Alino Diamanti, ma tale gara è ricordata come quella che spezzò la maledizione dopo 14 partite senza vincere: record negativo che molti etichettano a quello che fu il ciclo di Edy Reja. Nonostante questa macchia, come fu il periodo bergamasco del tecnico Friulano a Bergamo?

Dopo una salvezza conquistata l’anno prima da subentrato (dopo l’esonero di Colantuono), la vera stagione di Edy Reja all’Atalanta nel 2015-2016 aveva dei criteri tanto precisi quanto ambiziosi: 4-3-3 collaudato con il tridente Gomez-Pinilla-Moralez, riuscendo a portare non solo gioco, ma anche una mentalità vincente.

I risultati furono qualcosa di entusiasmante soprattutto tra le mura amiche, considerando anche la presenza di gente come De Roon, Grassi e Cigarini a centrocampo e di una difesa ritornata ad essere stabile con Stendardo, Toloi e Paletta. Dopo 17 giornate l’Atalanta è settima in classifica a pochi punti dall’Europa, con Reja propenso a portare quel grande salto, ed è in quel momento che si arriva al tracollo citato in precedenza.

Motivazioni strettamente legate al mercato di gennaio. In un contesto dove serviva solo un centravanti, l’Atalanta cedette Grassi al Napoli e soprattutto Maxi al Leon (per questioni contrattuali): smantellando uno dei punti forti della squadra di Reja. La striscia di 14 partite senza vincere fece crollare moralmente tecnico e squadra (tale risultato fu raggiunto con Mandorlini nel 2004/2005), ma al di là del mercato invernale, le colpe di Reja erano presenti: soprattutto sull’insistenza di continuare con un modulo che non dava più garanzie rispetto a prima.

La svolta arrivò con l’introduzione, seppur tardiva, di un altro schema: 4-2-3-1 con Papu-Diamanti-D’Alessandro a sostenere l’unica punta Borriello (arrivato per sostituire Denis). L’Atalanta di inizio anno ritorna a farsi, in parte, vedere e per due punti i ragazzi non raggiunsero un 10° posto che sarebbe stato più che meritato.

Come evidenziò Reja nel rush finale, si poteva fare nettamente di più: rimarcando che questa squadra doveva avere una mentalità più vincente e meno provinciale. Strano, ma anche particolare il fatto che il suo successore sia riuscito a trasformare questa sua speranza in realtà. Il ciclo atalantino di Reja a Bergamo è stato tutto sommato positivo, nonostante l’amaro in bocca per non aver riscritto lui quella storia che di li a poco sarebbe cambiata.

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