2013

Edu Vargas al Gremio, i ?mea culpa? e la storia di un flop non annunciato

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Dodici mesi fa. Un anno, la durata dell’esperienza napoletana di Eduardo Vargas, ex Universidad de Chile: la squadra grazie alla quale si è ritagliato un tratto del palcoscenico calcistico internazionale con le ventotto reti complessive del suo anno migliore, quel 2011 che gli è valso il secondo posto del Pallone d’oro sudamericano alle spalle del fenomeno Neymar.

L’APPRODO A NAPOLI – Non propriamente un brocco dunque. Essenzialmente alla luce dell’enorme concorrenza che la società partenopea ha dovuto battere per assicurarsi le prestazioni dell’attaccante della nazionale cilena: Chelsea concretamente interessata, sondaggi continui da parte dei due club di Manchester ed Inter alla finestra. Ciò di cui si necessitava era un investimento così pesante per quel che ad ogni modo rappresentava ancora un punto interrogativo in termini di adattabilità ad un calcio del tutto differente sotto il profilo di tattica, intensità, agonismo e qualità complessiva: il rischio è una componente della vita di tutti giorni di fronte al quale ci troviamo più volte di quelle che pensiamo. Il direttore sportivo Bigon decise di osare, il sofferto beneplacito da parte della proprietà non tardò ad arrivare e l’affare si fece, come dicono oggi quelli bravi nel calciomercato.

IL FALLIMENTO – La trattativa andò in porto dunque, Eduardo Vargas arrivava in quel di Napoli a comporre un quartetto offensivo potenzialmente strepitoso, in compagnia di attori del calibro di Cavani, Lavezzi e Pandev. Un pacchetto d’attacco che, supportato da un fenomeno quale Hamsik, avrebbe spaventato chiunque: la storia personale di Eduardo Vargas però si è sviluppata in maniera del tutto inversa, smentendo completamente chi – l’autore dell’articolo è tra questi – aveva creduto in pieno nella possibile affermazione europea di un talento che aveva dimostrato di avere qualità. Non è andata così e tutti dovrebbero procedere ad un mea culpa: quei giornalisti che lo hanno esaltato senza conoscerlo ed abbandonato oggi, la guida tecnica che inizialmente non ha saputo gestirlo in forme efficaci – alla Roma con Zeman che lo ha richiesto sarebbe andata diversamente? –  e lui, Edu Vargas, che, quando le possibilità richieste sono arrivate, ha troppe volte risposto assente.

IL FUTURO – Eduardo Vargas passa al Gremio con la formula del prestito oneroso annuale: al Napoli circa 1.3 milioni di euro, al giocatore la possibilità di rilanciarsi in un calcio che probabilmente risulta più confacente alle sue caratteristiche. Soprattutto in termini di personalità: è opinione del tutto individuale quella per cui la mancanza principale dell’attaccante cileno nell’arco della sua esperienza italiana si sia riscontrata essenzialmente sotto il profilo del carattere. E’ venuta meno la stoffa per affermarsi in una realtà palesemente più complessa e non la propria, fattore altrettanto considerevole in relazione ai problemi di ambientamento – anche sotto il profilo della lingua – sofferti dal sudamericano. Non basta a delimitare i contorni di un flop, quello è certo: se un calciatore è un fenomeno lo è ovunque. Edu Vargas probabilmente non lo è, così come è altrettanto plausibile che sia qualcosa in più di quel che (non) abbiamo ammirato.

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