Calcio Estero
Edson Alvarez, la stella polare del Messico – Eredivisie ai mondiali
Il centrocampista dell’Ajax Edson Alvarez è il fulcro del gioco del Messico. Mediano imponente e dai piedi d’oro, può fare la differenza.
Dal dominio in Olanda con l’Ajax alla grande chance ai mondiali in Qatar con la nazionale: Edson Alvarez è il leader del centrocampo del Messico. Il mediano classe 1997 ha caratteristiche fisiche e tecniche che lo rendono un giocatore unico nel suo genere. Con l’Ajax di Schreuder sta faticando a trovare continuità di rendimento in Eredivisie, quindi con il suo Messico cerca riscatto in un palcoscenico di massimo livello. I soli 13 gol tra Ajax e nazionale sono una nota dolente, ma va considerato che il messicano è un centrocampista di equilibrio e di sistema, non un incursore.
L’identikit di Alvarez parla chiaro: alto 1 metro e 87, conta 122 presenze con la maglia dell’Ajax e 59 con quella del Messico. Proprio l’unione tra la sua imponenza fisica e la filosofia calcistica del suo club fanno del mediano di Tlalnepantla de Baz un giocatore unico. Cresciuto nel Club de Fútbol América, è passato all’Ajax di Ten Hag all’età di 22 anni per 15 miloni. Proprio con l’attuale allenatore del Manchester United, ha imparato i precetti caratteristici della filosofia del calcio totale: azioni palla a terra e alta intensità. È ovunque, sempre pronto a ricevere uno scarico o dettare un passaggio in profondità. E se alla precisione dei suoi piedi Alvarez abbina una corsa che sembra non avere mai fine, allora è esattamente il prototipo del centrocampista moderno.
Oltre che centrocampista molto tecnico, il mediano dell’Ajax è elemento dominante nel gioco aereo. Guarda gratuitamente gli highlights di Utrecht 0-2 Ajax su Mola, match in cui il messicano ha servito un assist dimostrando grande abilità sulle palle inattive. In un centrocampo in cui sgomitano per una maglia da titolare Gutierrez del PSV Eindhoven, Carlos Rodriguez del Cruz Azul e il sempreverde Guardado del Betis, Edson Alvarez rappresenta l’unica certezza. Perché se la partita è “pulita”, allora ha la tecnica necessaria per dominare il gioco ed essere protagonista. E perché se la partita si trasforma in una battaglia agonistica, allora Alvarez è in prima linea e nei contrasti si fa valere come pochi altri (ha già ricevuto 9 cartellini gialli quest’anno).