2016

Ecco Morata, ora i problemi sono delle altre

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La Juventus ritrova Morata. Che, se lo aveste dimenticato, non è uno qualunque

La Juventus ha travolto la storica rivale Inter nell’andata della semifinale di Coppa Italia e si candida prepotentemente a contendere la finale, con ogni probabilità, al Milan di Mihajlovic: decisivo nella notte dello Juventus Stadium Alvaro Morata, lo spagnolo ha interrotto un digiuno da gol che perdurava da oramai quattro mesi. E lo ha fatto a modo suo.

RINASCITA – Alvaro Morata non segnava in maglia bianconera dallo scorso 4 ottobre, quando il suo unico gol in campionato contribuiva al 3-1 finale con cui la Juventus aveva la meglio sul Bologna: prima di questa rete le due siglate in Champions League a Manchester City e Siviglia nella fase a gironi, firme che hanno prolungato una striscia nata nella scorsa edizione della principale manifestazione internazionale per club, prima in semifinale con il Real Madrid – due gol alla sua ex squadra, uno all’andata ed uno al ritorno – e poi in finalissima con il Barcellona. Insomma uno che, a dispetto della giovane età, trema davvero poco: classe ’92, sa essere decisivo come pochi altri ed è un fattore che ha già ampiamente dimostrato riuscendo ad affermarsi in una Juventus – quella dello scorso anno – composta da interpreti oggettivamente sopra le righe.

A MODO SUO – La rinascita, dicevamo: prima il calcio di rigore, figurarsi se per uno come lui è un problema presentarsi davanti ad Handanovic che, oltre a non far passare uno spillo, ha come specialità curriculare quella di intercettare i tiri dagli undici metri. Bolide all’incrocio dei pali e via. Poi il gran gol con cui ha firmato la doppietta personale e sigillato la gara: da allora l’Inter si è sentita toccata sul piano psicologico e non ha retto alla furia bianconera, il pericolo imbarcata è stato soltanto parzialmente eluso. Oltre alla crisi del gol c’è stato altro: mister Allegri gli ha finora preferito Mandzukic probabilmente per una maggiore attitudine al sacrificio, il croato – anche a costo di risultare talvolta meno lucido negli ultimissimi metri – lotta come un leone tra le maglie della difesa avversaria con l’obiettivo di sfiancarla e creare spazi al terribile Dybala.

ED ORA? – Se però Alvaro Morata, come accaduto ieri, darà garanzie su questo piano, è pacificamente un calciatore di livello superiore al buon Mandzukic: ha fondamentali di altra natura, talento che si sposa con una rapidità d’esecuzione e velocità sul lungo che il croato non può mai avere. Peraltro, classe ’92, con impressionanti margini di crescita. Chi vi scrive ha sempre nutrito una stima particolare per l’attaccante iberico: potrà forse sembrarvi esagerata, al momento, tale definizione, ma se Morata sta bene non ha nulla da invidiare ad uno del calibro di Dybala. Il problema, per le altre, è che li ha tutti e due la Juve: lo spagnolo ha ieri affermato a chiare lettere, nella classica intervista post-partita, di aver sofferto di problemi non riguardanti la sola sfera del campo. Così come ha aggiunto che un campione – e lui sta studiando per diventarlo – deve essere in grado di mettere tutto il resto da parte: in questa stagione ad ora non ci è riuscito e gli fa onore di averlo candidamente ammesso, ma se tutto dovesse tornare a posto beh, in bocca al lupo. Alle altre.

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