Analisi dei fattori che muovono la vera sorpresa della stagione

SERIE A PARMA – Se ne parla poco o sicuramente non quanto merita sul campo: questo Parma sta definitivamente strappando a Verona e Torino le vesti di sorpresa del campionato. Con i veneti condivide la posizione in classifica – un clamoroso sesto posto – ma con una gara da recuperare in calendario, è tutta sua invece l’impressionante serie di risultati utili consecutivi.

IL FILOTTO: EMILIANI A QUOTA 14 – Il Parma non perde dal 2 novembre, quando il carro armato Juventus si impose al Tardini negli ultimi minuti di una gara oltremodo equilibrata grazie ad un colpo dalla lunga distanza di Quagliarella, poi finalizzato da Pogba. Da allora, era l’undicesimo turno di Serie A, la squadra di Donadoni non si è più fermata: sette vittorie e sette pareggi intervallati dalla sospensione della sfida dell’Olimpico sul campo della Roma. Una marcia che vale la rincorsa all’Europa: a meno di fallimenti clamorosi in casa Napoli o Fiorentina – finaliste di Coppa Italia – quel sesto posto attualmente occupato dal Parma varrà l’Europa League. Dunque si tratta già di difendere la posizione e non di inseguire: considerato poi che i gialloblu sono distanti una sola lunghezza da un’Inter più strutturata ma tutt’altro che irresistibile il piatto è servito.

I FATTORI: DIFESA SUPER E DUTTILITA’ – Innanzitutto la tenuta complessiva di un Parma ben messo in campo: la creatura di Donadoni ha subito 29 reti, un passivo identico – coincidenza singolare – all’attuale corrispettivo di Napoli, Fiorentina ed Inter. Club che, senza doversi soffermare ad esplicare le ragioni, hanno intrapreso la propria stagione nel segno di ambizioni completamente differenti. Un allenatore che finora ha faticato non poco a trovare una sua reale dimensione raccoglie oggi i frutti di un lavoro serio e qualitativo: il Parma allo stato dell’arte rispecchia un valore superiore alla somma delle sue parti e quel surplus addizionale va assegnato proprio all’opera di Donadoni. Il resto lo fa una squadra duttile che riesce ad andare in gol un po’ in tutti i modi: Biabiany da una parte – proprio la posizione del francese che sa adeguarsi efficacemente da esterno di un 3-5-2 o attaccante in un 4-3-3 consente veloci modifiche tattiche – Gobbi prima e Molinaro ora dall’altra, le fasce funzionano alla perfezione ma non manca la qualità nel mezzo con la tecnica di Cassano e gli inserimenti letali di Parolo.

GLI “SCHERZI” DEL CALENDARIO – Tre settimane per la verità: le prossime sfide che attendono il Parma saranno rispettivamente contro Verona, Milan e Genoa con l’unica trasferta rappresentata dall’insidia di San Siro. Si parte proprio dalla sfida tra le grandi novità del torneo: una vittoria si tradurrebbe nella più credibile dichiarazione di intenti e nella definitiva vestizione del ruolo di reale outsider del finale di stagione. Poi due gare contro squadre in risalita – e dunque da tenere a debita distanza – per fornire la risposta definitiva sulle velleità di questo Parma. L’Europa manca oramai dalla stagione 2006-07 in quel che era ancora la Coppa Uefa e i tifosi sognano il gran ritorno in un palcoscenico che gli spetta: altro che esagerazione, il glorioso decennio 1990-2000 portò in dote una Coppa delle Coppe e due Coppa Uefa abituando la piazza al calcio che conta. Il palato fino è tuttora immutato e il sogno passa da un infuocato finale di stagione.