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E’ tornato di moda

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Cassano al Mondiale: tre motivi per il sì e tre per il no

SERIE A PARMA ITALIA CASSANO – L’inatteso quanto esaltante sesto posto del Parma, unito alle undici reti ed ai sei assist del suo bottino personale, hanno riportato in auge Antonio Cassano: proprio quando la sua carriera sembrava avvicinarsi all’epilogo con la tappa emiliana, ecco che il suo nome torna in voga in chiave convocazione al prossimo Mondiale. I due partiti dei sì e dei no sono già all’opera.

PERCHE’ SI’: TRE MOTIVIPenuria del pacchetto offensivo: Prandelli si è ritrovato a fare i conti con assenze e cali di rendimento imprevisti. Giuseppe Rossi ed El Shaarawy lottano contro il tempo per assicurare quella fantasia ad oggi mancante nell’architrave d’attacco italiana, le alternative: Insigne non brilla e fatica a trovare continuità, Totti e Di Natale pagano una carta d’identità che non fa sconti. La conseguenza è immediata: seppur nelle retrovie delle preferenze di Cesare Prandelli, Cassano è giocoforza tornato di moda. Rendimento: vuoi o non vuoi la stagione del talento barese è di alto livello. Prolifico sotto il profilo realizzativo, generoso in termini di assist: è inevitabile associare una parte consistente del fenomeno Parma alla sua vena. Motivazioni: Antonio Cassano non ha mai partecipato ad un Mondiale e lui stesso ha definitivo l’evento come il coronamento ed unico pezzo mancante di una carriera che così riterrebbe perfetta. Da qui l’almeno apparente calma sul piano caratteriale riscontrata nell’attuale stagione ed il desiderio di raggiungere un obiettivo che una volta in Brasile, al netto di quanto sarà descritto nelle prossime righe, non andrebbe a rovinare con le sue mani. Si spera.

PERCHE’ NO: TRE MOTIVIParole e fatti: quante volte si è detto che Cassano sia maturato, che la costruzione di una bella famiglia gli abbia regalato quella serenità mancante. Pochi riscontri nei fatti perché il buon Antonio i casini li ha continuati a fare a Milano, doppia sponda, e per sua ammissione sono insiti in una personalità decisamente complessa. Vedi anche un periodo di panchina forzata in quel di Parma prima di giungere ad un definitivo accordo Mondiale con Donadoni. Il gruppo: quel che è successo nei sotterranei del brillante Euro 2012 non è dato a sapersi ma nello spogliatoio azzurro qualcosa dei comportamenti di Cassano non è andato giù ai senatori e probabilmente proprio alla guida tecnica. Non che si voglia giocare ad escludere ma il Mondiale è un torneo talmente breve e competitivo che l’armonia in un gruppo deve giocoforza risultare massima. Le gerarchie: se Rossi recupera gioca. Punto. Ed anche se Pepito non ce la dovesse fare Prandelli ha provato e riprovato diverse alternative sia individuali che tattiche. Tradotto: Cassano non avrebbe affatto garanzie sul posto da titolare. E lì torna l’incubo bizze: potrebbe piantare grane e creare malumori? La sua storia dice di sì.

OGGI SE LO GODE IL PARMA – In un rush finale aperto oramai ad ogni colpo di scena: il Parma occupa attualmente la sesta piazza della classifica ma il suo calendario prevede una partita da recuperare. Sul campo di una Roma che lascia poco agli avversari, vero, ma in caso di esito favorevole gli emiliani si ritroverebbero catapultati al quarto posto. Per un Parma che non perde da ben sedici partite consecutive, a prescindere dal recupero dell’Olimpico, tutto sembra essere verificabile: il particolare primato della squadra di Donadoni non può essere casuale e fuga i dubbi in termini di personalità. Questo Parma, adeguato in ogni reparto, può reggere fino alla fine e soltanto puntando in alto potrà consolidare l’attuale sesto posto e rimettere piede in Europa dopo quel famoso decennio magico (1990-2000) che regalò alla piazza emiliana campioni e trofei. Sognare è lecito. Farlo ad occhi aperti ancora meglio.

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