Ad oggi sembra una battuta di spirito, eppure…

La percezione del Milan, oggi 31 luglio 2016, appare ridimensionante dei reali valori a disposizione del nuovo tecnico Vincenzo Montella: pesano, inevitabilmente, i risultati finali delle ultime tre stagioni. Rossoneri in ordine ottavi, decimi e settimi: tre annate consecutive fuori dall’Europa del calcio è qualcosa che non può essere in linea con la storia di un club il cui biglietto da visita è proprio la sua proiezione internazionale.

PERO’… – Il valore dell’organico attuale riflette piazzamenti, e dunque aspettative, così poco ambiziosi? Partiamo dall’attacco, dove al momento Montella può contare su profili tutt’altro che mediocri: Carlos Bacca e Luiz Adriano centravanti puri, il ritorno di Niang a determinati livelli è la carta più intrigante che l’allenatore partenopeo dovrà giocarsi, gli approdi di Lapadula e Suso – tornato dal proficuo prestito al Genoa, in attesa di sviluppi sul suo immediato futuro – possono portare alla causa rossonera un maggior tasso di imprevedibilità. La rapidità dello spagnolo e le soluzioni estemporanee dell’ex attaccante del Pescara, soffiato al Napoli sul fotofinish, sono due leve da tenere in debita considerazione.

CENTROCAMPO – L’impostazione tutta qualità e possesso palla che Vincenzo Montella insegue sin dai primissimi passi della sua carriera da guida tecnica può allo stesso tempo esaltare le caratteristiche di Bonaventura e rilanciare le quotazioni di Bertolacci. Il primo è stato come al solito tra i pochi a salvarsi, anche nella stagione appena trascorsa: ha qualità nel piede e visione di gioco, fattori che l’ex Aeroplanino dovrà portare più nel vivo del gioco rossonero e forse meno interpretati in chiave meramente offensiva. Il secondo ha fame di riscatto dopo un’annata da incubo: soltanto chi è poco attento può non riconoscergli determinati valori, con Montella – se debitamente accompagnato dal lavoro attivo della squadra – può riscoprirsi letale nella scelta dei tempi d’inserimento. E, grazie ai suoi fondamentali, contribuire alla qualità della manovra.

DIFESA – Il reale punto interrogativo della struttura di squadra e dunque il reparto in cui, dovessero liberarsi fondi da poter destinare al calciomercato in entrata, intervenire con un certo peso: senz’altro occorrerebbe anche un centrocampista di grande qualità (si era speso il nome di Borja Valero, sarebbe ideale), ma l’urgenza è rappresentata dall’innesto di un difensore centrale che possa fare tandem con Romagnoli e garantire a Montella una retroguardia che sia qualcosa più di un esperimento continuo. In tal senso il Milan difetta: passino gli esterni, una buona stagione complessiva del Diavolo può riportarli su determinati livelli, ma un centrale di spessore manca proprio come mancava nelle ultime stagioni. Tra i pali c’è il futuro.

VALORE AGGIUNTO – Vincenzo Montella. Tocca a lui riuscire a realizzare quel che non è accaduto con i vari Seedorf, Inzaghi, Mihajlovic e Brocchi. Il post Massimiliano Allegri è stato un disastro: il Milan ora può rialzare la testa. La nuova scelta della proprietà rossonera è ricaduta sul profilo giusto: Montella è un allenatore oramai strutturato, ha idee, carattere, pacatezza, intelligenza, ed ora quell’esperienza che dovrebbe metterlo al riparo dalle solite difficoltà che spettano ai neofiti. Dall’intera argomentazione abbiamo volontariamente estromesso il discorso societario e dunque ipotetiche rivoluzioni strategiche in tema calciomercato, che ad ogni modo sembrano poter essere serenamente rimandate a future sessioni. Abbiamo invece parlato del Milan di oggi, con quel che c’è oggi e quel po’ che si può fare per renderlo appena più credibile di oggi. Che sia l’annata giusta per tornare quantomeno a competere e riappropriarsi del nome che si porta?