2014

E’ nata l’Inter di Mazzarri

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L’Inter di Mazzarri ritira il certificato di nascita: dopo 23 tentativi a vuoto ecco i primi tratti di un inconfondibile modello calcistico

SERIE A INTER MAZZARRI – Ciak, si gira la prima! Dopo ventitre tentativi a vuoto è la ventiquattresima quella buona: l’Inter vince a Firenze ma non è questa la notizia. La notizia è un’altra: al Franchi, al netto di tutti i limiti che volete, si è assistiti alla prima vera Inter mazzarriana. Sul modello Napoli: identico, spiccicato verrebbe da dire.

IL CALCIO DI MAZZARRI – L’emblema di quanto appena descritto è l’azione che ha poi portato al palo di Palacio quando le reti erano ancora inviolate: recupero palla e ripartenza fulminea sull’asse Juan Jesus-Guarin, due soli passaggi per lanciare in profondità l’attaccante argentino e porlo di fatto a tu per tu con il portiere avversario. Il gol non è arrivato per questione di centimetri ma guarda caso si è poi materializzato seguendo un identico copione, grazie al break avviato da Kuzmanovic e al lavoro degli altri due intermedi di centrocampo – nella fattispecie Hernanes e Guarin – abili a spingere la palla verso l’area fiorentina in pochi secondi: la qualità degli attaccanti ha poi fatto il resto ed ai nerazzurri sicuramente non manca chi sia in grado di rendere redditizia una dinamica produzione calcistica.

IL PROFETA, L’HAMSIK RITROVATO – Per un allenatore che dà peso maniacale agli equilibri tattici di una squadra – che dunque deve essere offensiva senza ritrovarsi con una coperta troppo corta – un calciatore con le caratteristiche di Hamsik è quel che si definisce una vera e propria mano dal cielo. L’abbinamento delle due fasi di gioco, la lettura delle situazioni, i movimenti giusti e la personalità per assumersi le responsabilità individuali e collettive: lo ha fatto lo slovacco a Napoli tanto da meritarsi un intero capitolo della fresca autobiografia di Mazzarri e può raccoglierne l’eredità proprio Hernanes, non a caso tanto invocato dal tecnico toscano. Con Guarin alla Inler seppur secondo caratteristiche diverse, Cambiasso (a Firenze Kuzmanovic) alla Behrami, Palacio alla Lavezzi e Milito (ma presto può toccare ad Icardi) alla Cavani, il piatto è servito. Il ritorno alle due punte sancisce il più ambizioso ritorno al 3-4-1-2 che, proprio all’ombra del Vesuvio, è valso due partecipazioni alla Champions League stabilizzando il Napoli nei piani alti del calcio nazionale ed europeo.

ED ORA L’INTER DOVE PUO’ ARRIVARE? – Per la corsa al podio sembra essere oggettivamente troppo tardi: il periodo di apprendimento dei dettami mazzarriani si è rivelato più lungo del previsto, hanno sicuramente inciso la destabilizzante vicenda societaria e le difficoltà incontrate dallo stesso Mazzarri nello sfruttare a dovere l’assenza dalle coppe internazionali. La sua tanto agognata settimana tipo aveva lasciato intendere un’Inter più reattiva sin dalle prime battute: così non è stato ed il prezzo da pagare è una classifica probabilmente al di sotto delle ambizioni. Al di là delle dichiarazioni di facciata. Ma l’Inter ora è nata, è appena nata: non sono le due vittorie consecutive a definirne l’atto di nascita quanto i primi richiami di un modello calcistico – che può piacere o meno – riconoscibilissimo. Il neo: la nuova Inter non prevede Kovacic. Se consideriamo il simultaneo accantonamento di Belfodil ed Icardi i milioni bruciati sono circa 40. Si prova a recuperare l’argentino: quando Mazzarri ha puntato su un centravanti, lo stesso è puntualmente esploso. Icardi ha fisico e numeri, ora ci deve mettere la testa.

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