E’ colpa di Mazzarri - Calcio News 24
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E’ colpa di Mazzarri

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Il tormentato momento dell’Inter: le responsabilità del tecnico e le parziali giustificazioni

SERIE A INTER MAZZARRI – Quando siamo ad appena un quarto di campionato dibattere già in termini di classifica potrebbe risultare quanto meno precipitoso: parrebbe – ma serviamoci ancora del condizionale – una Serie A più equilibrata rispetto ai suoi recenti standard ed in quanto tale soggetta a rapide variazioni. Tradotto: il problema dell’Inter non è l’attuale nono posto.

I LIMITI DELLA SQUADRA – Né i soli quindici punti totalizzati ad oggi in dieci gare disputate: anche se, viaggiando a questa media (1.5 punti a partita), l’Inter andrebbe a totalizzare 57 punti e neanche raggiungerebbe i 60 che un anno fa le sono valsi il quinto posto. La questione è invece strettamente legata al livello delle prestazioni offerte e per esplicare a dovere il concetto c’è bisogno di partire da lontano: l’impianto tattico mazzarriano è immutato negli anni ed ha bisogno più di ogni altro elemento di una mediana che sia allo stesso tempo rapida e compatta, di due sfoghi sulle corsie laterali chiamati ad allargare il campo quando si necessita di spazi e di una pedina offensiva che faccia saltare il banco. Il Lavezzi dei tempi partenopei, per intenderci. Prima di dettagliare sulle responsabilità ascrivibili al tecnico è doveroso ricordare come in tal senso siano mancati i vari Jonathan, Nagatomo e di fatto quel Palacio che avrebbe – seppur con caratteristiche a tratti differenti – dovuto svolgere il ruolo che fu del Pocho ai fasti mazzarriani. Aggiungendo gli stop di Guarin ed Osvaldo il piatto è servito e non è certamente favorevole alle sorti del tecnico.

DOVE INIZIANO LE COLPE DELL’ALLENATORE – Sono essenzialmente di tripla natura: incapacità di trovare alternative, livello della prestazione e totale assenza di personalità. La prima: abbiamo già detto delle assenze a parziale discolpa di Mazzarri ma no, non ci siamo. Nella recente estate la dirigenza nerazzurra si è mossa con intelligenza sul mercato fornendo al tecnico di San Vincenzo un organico profondo e soprattutto adatto al suo credo calcistico: venute meno alcune pedine chiave la capacità di reagire agli eventi è risultata pressoché nulla. Livello della prestazione: lo spartiacque in tal senso è rappresentato proprio dalla trasferta di Parma. Almeno per quanto concerne le personali convinzioni: se fino a quel preciso momento era altamente probabile che stessero incidendo le numerose assenze, il raccapricciante spettacolo offerto contro il Parma fanalino di coda della classifica sgombra il campo dai dubbi. E fa ricadere un macigno sulle spalle di Mazzarri: giustificato nella passata stagione perché anno dello storico passaggio di proprietà e dunque giocoforza tormentato e di transizione, ora l’allenatore ha – o meglio avrebbe – avuto il tempo per imprimere la sua proposta calcistica alla squadra. I segnali però vanno in direzione opposta.

ED ORA COSA SI FA? – Il terzo punto riguarda l’assenza di personalità: Walter Mazzarri, a prescindere dai risultati, ci ha da sempre abituato a squadre tignose, dure, combattenti. Con calciatori che lasciavano tutto sul campo e proprio per questo venivano adorati dalla piazza di appartenenza. Questa Inter è tutt’altro: molle, priva di mordente e di idee, a tratti svogliata. Ed è proprio tale aspetto a portare la guida tecnica sul banco degli imputati: oltre un anno di lavoro ed un’identità ancora tutta da plasmare. La soluzione? Per chi vi scrive si chiama ancora Mazzarri. Perché? Dopo la sosta prevista per l’impegno delle nazionali in vista di Euro 2016 – il weekend del 15-16 novembre – l’Inter avrà a disposizione tutta la sua rosa e l’allenatore potrà ulteriormente affinare i meccanismi intercorrenti tra Kovacic ed Hernanes per creare in quella precisa zona di campo il valore aggiunto della sua squadra. Lì dove non esisteranno più scuse e piagnistei: l’organico conduce inevitabilmente l’Inter a lottare stabilmente per i primi tre posti. Queste distanze non sono spiegabili: dovessero persistere l’espediente sarebbe unico. 

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