Blerim Dzemaili ritrova il suo passato e racconta la sua esperienza a Montreal, in Major League Soccer, poco prima di far ritorno in Italia con la maglia del Bologna

Blerim Dzemaili ha fatto ritorno al Bologna a gennaio dopo il trasferimento in Major League Soccer. Il centrocampista svizzero è stato intervistato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport per presentare la prossima sfida contro la sua ex squadra, il Genoa: «La Mls sta crescendo e ha tutto: soldi, impianti, mentalità manageriale. Ma non ci sono retrocessioni, quindi mancano passione e competitività. Un calcio più divertente, ma anche molto fisico e con poca preparazione tattica. Montreal? Qualcosa di poco definibile, un misto di A e B. Il Saputo Stadium è bello, compatto, funzionale. Via dal Canada per il Mondiale? Non era un ostacolo, non ho chiesto di tornare per quel motivo. Il c.t. Petkovic mi ha detto che l’importante era giocare. Ho ritrovato un Bologna più forte, ho firmato fino al 2020».

Un paragone tra gli allenatori con cui ha giocato nel corso della sua carriera in Italia: «Come carattere sono diversi: Donadoni cerca un rapporto più stretto con i giocatori. Si assomigliano come idea di calcio, anche se Gasperini è uno poco malleabile, difficile che cambi le sue convinzioni. Come allenatore sono molto legato a Mazzarri al Napoli, due anni di odio e amore». Infine: «Le origini non si perdono, ma da anni sono svizzero al cento per cento. Amo questo Paese educato e per bene. L’Italia è diversa, mi ha accolto come un bambino. E’ la mia seconda casa».