2015

Dybala, il pacco Sandro e la quadratura: sprazzi di Juve sudamericana

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Cinque vittorie consecutive che almeno allontanano il ridimensionamento: la Juventus riparte da Dybala, Sandro ed equilibrio

E sono cinque: Torino (all’ultimo respiro), poi la vittoria esterna contro l’organizzato Empoli di Giampaolo, a seguire Milan, Palermo e Lazio. Undici gol fatti ed appena due subiti nella Manita che rilancia la Juventus nei piani alti della classifica, porta inviolata nelle ultime tre occasioni. Segnali di una crescita indiscutibile: i bianconeri hanno superato l’empasse iniziale e possono rilanciare le velleità della propria stagione.

QUADRATURA – Il primo mattone è indubbiamente quello che, se manca, non ti permette di costruire alcunché: la tenuta complessiva. Un equilibrio che lo si raggiunge o per manifesta superiorità degli interpreti o per l’ardua via del lavoro: meglio se si trova un mix dei due elementi. Come sta riuscendo alla Juventus oggi: meno forte del suo recente passato, per via delle pesanti cessioni a cui abbiamo senza sosta fatto riferimento e sul quale non torneremo, costretta dunque a ricercare l’amalgama di un organico rinnovato e per certi versi in fase di transizione da quel che fu a quel che sarà. Oggi la Juventus vanta la terza difesa della Serie A alle spalle di Napoli ed Inter – ma con una partita in più rispetto alle prime due forze del campionato – con 11 reti subite: la media di 0.73 gol a partita renderebbe un campionato da 28 reti incassate, dato fondamentalmente appena sopra quanto riscontrato  nei successi dell’ultimo quadriennio (20 nel torneo 2011-12, 24 nel 2012-13, ,23 nel 2013-14 e 24 nel 2014-15).

DYBALA SHOW – Nelle prime due stagioni di gestione Conte si vinse senza un vero crac nel pacchetto offensivo: discorso invece completamente sovvertito nell’ultimo biennio, dove fu chiara la leadership in tal senso espressa da Carlos Tevez. Considerata l’attuale concorrenza della Juventus si è spesso fatto riferimento, in questo tormentato avvio di stagione, alla necessità di disporre in organico di un trascinatore anche in quella fetta di campo: qualcuno in grado di alterare il corso delle partite con una giocata, con la sola presenza. Paulo Dybala quantomeno lo sta diventando – vogliamo tenerci bassi! – e nessuno riuscirà a smentire tale affermazione: ha numeri e personalità, quella di chi non avverte il peso della maglia. Ma soprattutto ha soluzioni alternative: è freddo negli ultimi metri ma trova il gol dalla distanza (vedi la super giocata dell’Olimpico), si destreggia bene nello stretto ma puoi lanciarlo in profondità. Insomma: il materiale c’è.

IL PACCO SANDRO – Altroché se non c’è. Così come lo si vede decisamente bene in Alex Sandro: in troppi non hanno avuto pazienza ma invece sì la fretta di bollarlo come un pacco da rispedire al mittente, bastava però conoscere il calciatore prima di avventurarsi in simili e frettolosi giudizi. Le prestazioni del brasiliano inducono a tracciare un fattore: la Juventus che parla anche sudamericano ha due esterni di fascia – Lichtsteiner o Cuadrado e Sandro – che possono ricoprire l’intera corsia come a nessun altro riesce sul palcoscenico nazionale. Considerato l’anno particolare la definitiva quadratura potrebbe essere raggiunta proprio affidandosi in toto al 3-5-2: maggiore copertura difensiva senza rinunciare a dinamismo ed imprevedibilità. Gli obiettivi? Difficile esprimersi con certezza. La sensazione è quella che la Juventus non si aggiudicherà (anche!) questo campionato ma che possa agevolmente lottare per un posto in Champions League e riconfermare la presenza nella competizione che ha dominato – eccezion fatta per i mostro del Barcellona – un anno fa e in cui si sta ben mostrando attualmente. Se poi troverà gli argomenti per mettere ancora una volta lo zampino avanti a tutte, beh, le altre si interroghino.

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