2018

Duello scudetto, l’analisi del calendario: prima Napoli, poi Juventus. Inganno finale

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Unico campionato aperto tra i tornei top in Europa: la nostra Serie A, con il duello epico tra il Napoli di Sarri e la Juventus di Allegri. Ecco l’analisi del calendario da qui al termine

Prendetela per quella che è: un’analisi a bocce ferme. Oggi, quando mancano quindici partite al termine del campionato e Napoli e Juventus hanno fatto il vuoto: distanze siderali dalla concorrenza, non pervenuta per la contesa scudetto nonostante gli improvvidi pronostici di buona parte degli addetti ai lavori, convinti sull’ipotesi di una storica lotta a cinque. No, Napoli e Juventus hanno tanto – o meglio troppo – più delle altre: così differenti da essersi sostanzialmente equivalse, con il solo punto di vantaggio che i partenopei vantano sui bianconeri ma che certamente non può far dormire sonni tranquilli alla capolista della classifica. Che nel complesso avrebbe anche fatto meglio dell’avversario, salvo il demerito di aver perso lo scontro diretto casalingo.

Napoli-Juventus, un duello epico

Ma a questi livelli – ce lo consentirete – parlare di demeriti e difetti ha del comico: per il Napoli si è trattata dell’unica sconfitta in campionato. L’andamento degli uomini di Sarri ha stracciato ogni record interno precedentemente centrato, aspetto che vale anche nella proiezione esterna del tutto: meglio del Napoli ad oggi ha fatto soltanto la Juventus dei centodue punti, guidata da Antonio Conte. Rendimento bestiale quello partenopeo: sessanta punti ottenuti sui sessantanove disponibili, alla media di 2.6 punti a partita: spalmando l’attuale dato sull’intero corso del campionato, la resa racconta di una classifica finale da 99 punti. Roba da alieni. Dato che – se sommato a percorso avviato dal 1′ gennaio del 2017 – racconta una continuità clamorosa: da allora il Napoli ha ottenuto 121 punti sui 139 a disposizione. Se prima era roba da alieni, questa non è neanche definibile: se il Napoli di Sarri non ha ancora raccolto un titolo la colpa è tutta del suo avversario. Superfluo snocciolare i dati complessivi della Juventus di Allegri: il solo punto in meno rispetto ai campani racconta già tutto.

Napoli-Juventus, il mondo invertito

Più interessante scendere nel particolare ed in buona parte vi avevamo già avvisato: Napoli e Juventus si sarebbero sostanzialmente scambiate le parti, con la difesa partenopea che per via della continuità del lavoro di Sarri sarebbe diventata la meno battuta (e quella bianconera avrebbe almeno inizialmente accusato il colpo della clamorosa cessione di Leonardo Bonucci al Milan), mentre l’attacco della Vecchia Signora – forte delle ulteriori alternative portate in dote dal calciomercato estivo, con Douglas Costa e Bernardeschi che hanno completato un pacchetto offensivo già di per sé da urlo – si sarebbe tramutato nel più prolifico, con il Napoli invece un tantino in affanno rispetto ai suoi standard per via proprio della carenza di risorse aggiuntive rispetto ai cosiddetti titolarissimi. L’evidenza è questa ma con una nuova tendenza: la difesa della Juventus, dopo gli sbandamenti iniziali, si è riassettata sui consueti standard ed ora conta appena un gol in più al passivo rispetto al Napoli. Fattore che complica ulteriormente i piani di Sarri e di fatto costringe alla perfezione: i campani non possono sbagliare nulla se vorranno realmente tenere dietro i campioni in carica e raccogliere quanto seminato in questi anni.

Napoli o Juventus? Vediamo cosa dice il calendario

Ribadiamo la premessa: è un’analisi a bocce ferme, inevitabilmente statica. Sono tanti i fattori che poi andranno ad incidere sulla contesa: la condizione fisica e gli infortuni che possono ridurre le scelte a disposizione degli allenatori, le competizioni internazionali che potrebbero sottrarre energie fisiche all’una o all’altra competitor, aggiungerne invece di psicologiche con risvolti in tal senso davvero impronosticabili. Tutti fattori dinamici – ovvero che si concretizzeranno nel tempo – pronti ad alterare quelle che oggi possono essere le nostre attente considerazioni in termini di calendario. Che inizialmente pare favorire il Napoli: un favorire che va preso con le molle, considerata la situazione in essere. Nei prossimi quattro incontri gli uomini di Sarri giocheranno tre volte in casa (in ordine contro Lazio, Spal e Roma) ed una sola in trasferta a Cagliari. Discorso inverso per la Juventus: tre trasferte (Fiorentina, derby con il Torino e Lazio) ed un solo impegno allo Stadium, contro l’Atalanta. Nessuna sfida comoda, se così si può dire e nessuno si offenderà: per il Napoli invece un calendario che – sempre sulla carta – prevede due impegni su quattro decisamente alla portata, ossia contro Spal e Cagliari. Con il discorso casa/trasferta già esplicato: sempre che per il Napoli sia un vantaggio giocare al San Paolo. I dati raccontano altro: i partenopei sono letteralmente infallibili fuori casa, meno in casa dove – per rifarci proprio al dato riportato precedentemente sull’andamento dal 1′ gennaio 2017 ad oggi – sono arrivate le uniche due sconfitte incassate in campionato negli ultimi quattordici mesi (Atalanta e Juventus).

Ancora calendario

Dopo le prossime quattro giornate il discorso s’inverte: dalla nona alla quindicesima giornata – turno epico in cui si affronteranno Juventus e Napoli allo Stadium, in uno scontro diretto potenzialmente decisivo ai fini dell’assegnazione del prossimo scudetto – il calendario è favorevole alla Juventus. Sei sfide: tre in casa contro Udinese, Milan e Sampdoria, tre in trasferta sui campi di Spal, Benevento e Crotone, tre delle ultime quattro forze dell’attuale classifica di Serie A. Il programma del Napoli: tre trasferte contro Inter, Sassuolo e Milan, due delle quali dunque alla Scala del calcio con tutta la pressione sulle spalle dei partenopei, tre impegni casalinghi – decisamente più alla portata – contro Genoa, Chievo e Udinese. La sensazione forte è quella che il Napoli debba arrivare all’appuntamento con questo gruppo di partite con un distacco più consistente di quello attuale: non dovesse andare così, non riuscisse dunque la banda Sarri ad accumulare un tesoretto nelle prossime quattro gare, la Juventus potrebbe poi approfittare – per sei turni – di un calendario palesemente più comodo.

Napoli o Juventus, l’inganno finale del calendario

Prima i fatti: dopo il faccia a faccia dello Juventus Stadium mancheranno appena quattro turni al gong del campionato. Per il Napoli ecco in sorte Fiorentina e Sampdoria in trasferta, Torino e Crotone in casa. Proibitivo il finale bianconero: Inter e Roma in trasferta, Bologna e Verona in casa. Sì avete letto bene: l’Inter a San Siro, la Roma all’Olimpico. Vista così il Napoli avrebbe addirittura il margine per recuperare un eventuale svantaggio negli ultimi quattro turni del campionato: ma le cose non stanno esattamente in questo modo. Spieghiamoci: qualora la contesa per i due posti restanti per la qualificazione alla prossima Champions League, ossia da quest’anno sia il terzo che il quarto (entrambi per via diretta senza passare dalla porta secondaria dei playoff), fosse già decisa, Roma ed Inter non avrebbero tutti questi stimoli individuali per fermare la corsa della Juventus. E ribadiamo come, ai fini della classifica, da quest’anno terzo e quarto posto siano assolutamente equivalenti: ulteriore elemento che in tal senso non lascia intendere una battaglia agguerrita nel finale di stagione. A meno che Lazio, Roma ed Inter non restino così vicine (come lo sono oggi) fino al termine del campionato: allora sì che Roma ed Inter vivrebbero la necessaria tensione emotiva per giocarsela oltre il 100% delle proprie forze, con l’obiettivo di centrare l’accesso alla prossima Champions League e scongiurare un clamoroso fallimento rispetto agli obiettivi iniziali. Chi ne avrà di più? Impossibile rispondere, la certezza è unica: nella stagione 2017-18 la Serie A è l’unico campionato ancora aperto nell’élite europea. Non è così in Premier League con il dominio del Manchester City, in Liga con il Barcellona, in Bundesliga con il Bayern Monaco, in Ligue 1 con il PSG. Ragion per cui godiamoci lo spettacolo che altrove non c’è. Senza elogiare sempre quel che non abbiamo ed essere disfattisti con quel che abbiamo.

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