2017
Dries got game: Napoli – Mertens, il paradigma del ‘falso nueve’
Missione Genoa compiuta per il Napoli: adesso è count-down per la sfida col Real Madrid al Bernabeu. Mertens e la rivoluzione del falso 9: il Milan di Montella ci pensa con Deulofeu?
Il Napoli trova i tre punti nell’anticipo del venerdì di Serie A contro il Genoa per 2-0 grazie alle reti messe a segno nel secondo tempo da Piotr Zielinski ed Emanuele Giaccherini. La formazione di Sarri sale così a quota 51 punti, in attesa di Crotone – Roma: striscia di imbattibilità degli azzurri in campionato che sale a quota 13 giornate, con nove vittorie e quattro pareggi all’attivo. Prestazione collettiva di grande livello che, solo nel secondo tempo, ha permesso al Napoli di trovare il gol del vantaggio, a fronte di un Genoa coriaceo nel primo tempo che per lunghi tratti ha bloccato le fonti del palleggio partenopeo, la cui velocità di fraseggio non era certo quella delle migliori serate del Napoli 2016/2017. Gara molto equilibrata sin dall’avvio di gara, con un Koulibaly in difesa in più per Sarri, Giaccherini a fare le veci di Callejon e Zielinski a spiegar la lezione a centrocampo. Juric sceglie per la seconda volta consecutiva il 3-4-3 sfruttando da titolare il nuovo arrivo, quel Raffaele Palladino già avuto nell’esperienza a Crotone. La prima mezz’ora di gioco, con un Genoa per larghi tratti in pressione alta sull’uscita in palleggio della difesa partenopea, è stata decisiva in tal senso per uscire indenni dal primo tempo, evidenziando così la quarta partita consecutiva in casa senza segnare un gol nel primo tempo da parte del Napoli che ha in Mertens il proprio capocannoniere.
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DRIES GOT GAME – In una delle sempre più rare serate in cui non è riuscito ad andare in gol, la prestazione di Dries Mertens ha ancora una volta istituzionalizzato l’importanza del paradigma del falso nove nell’undici titolare di Maurizio Sarri. Assist, giocate e ovazione del pubblico al momento del cambio con Pavoletti: prima mette lo zampino con una bella giocata in area in occasione dell’azione che porta al primo gol del Napoli con Zielinski, poi evidenzia il suo magic moment scherzando Burdisso in dribbling e apparecchiando la tavola al gol di Giaccherini con un assist che ruba anche il tempo a Lamanna. Giocata di classe e intelligenza, caratteristiche che Mertens aveva mostrato fin dalla sua versione 1.0 nel Napoli, ovvero quella di essere impiegato a partita in corso. E’ stata l’emergenza infortunio di Milik, però, a risultare decisiva nel suo spostamento al centro dell’attacco, in veste di ‘falso nueve’ in un tridente leggero che disorienta la fase difensiva avversaria non avendo punti di riferimento continui nei 90 minuti. Da quel momento in poi Dries è esploso, fino a raggiungere la vetta della classifica marcatori con 16 gol in Serie A. Sarri lo ha preservato nei venti minuti finali, concedendogli il meritato riposo in vista della sfida dell’anno in quel di Madrid contro il Real di Zinedine Zidane per l’andata degli ottavi di finale di Champions League. Sembrano non esserci dubbi: il Napoli si presenterà al Bernabeu vestito da tridente leggero, Zidane dovrà lavorare molto per dare equilibrio alla sua squadra e non concedere la profondità ai tre attaccanti e il consueto palleggio, così come allo stesso modo in fase di possesso non dovrà prestare il fianco alle ripartenze letali del Napoli.
DEULOFEU ALLA MERTENS? – Mertens ha cambiato in un certo senso la stagione del Napoli: da attaccante esterno a prima punta capocannoniere del campionato, quando la necessità diventa virtù. Chissà se ci starà pensando anche Vincenzo Montella per il suo Milan, che proprio nel massimo momento di difficoltà della sua gestione rossonera, sotto di due uomini contro il Bologna, ha trovato in Deulofeu l’arma della provvidenza. Costretto giocoforza a dover impegnarsi su tutto il fronte d’attacco per via della doppia inferiorità numerica, l’ex Everton ha mostrato tutte le sue qualità al Dall’Ara e ha fatto ammattire da solo la difesa del Bologna in occasione dell’assist al ‘tunnel’ per il gol della vittoria di Pasalic. Deulofeu, così come Mertens, nasce attaccante esterno e le sue doti in termini di dribbling, assist e velocità, unite a una continua ricerca della profondità, potrebbero rendere replicabile in alcune partite quanto sta già facendo il Napoli, Bacca permettendo. Basterà per abbracciare la rivoluzione del falso nueve?