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Dossena: «In Nazionale ho un record che nessuno potrà battere…»

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Giuseppe Dossena, ex calciatore, ha parlato con il Corriere della Sera in occasione del Giro-E, al quale ha partecipato a una tappa

Giuseppe Dossena lo si ricorda soprattutto come giocatore del Torino degli anni ’80 e ha fatto parte anche della Nazionale campione del mondo 1982. Ha parlato con il Corriere della Sera in occasione del Giro-E, al quale ha partecipato a una tappa.

DA QUANTI ANNI NON SALIVA SU UNA BICI DA CORSA – «Tanti. Più di dieci. Non ho più voglia di fare fatica».

COSA LE PIACEVA DELLA BICI – «Noi atleti siamo abituati alla fatica, a sudare. All’arrivo provavo la soddisfazione di avere lavorato. Quando ho giocato a calcio a un certo livello non l’ho più usata, ma quando ho smesso ho ripreso. Adesso però l’età avanza».

BICI ELETTRICHE – «Sì, ma la strada mi fa un po’ paura. La sicurezza è un tema importante quando si invita la gente a usare la bici per spostarsi. I ciclisti devono essere preparati, stare attenti, ma gli automobilisti devono avere più rispetto».

CAMPIONE DEL MONDO ’82 – «Non sono una leggenda, ma ho un record del mondo che non ha nessuno: sono l’unico numero 10 che non è mai sceso in campo in un Mondiale di calcio. Io avevo il numero 10 e non ho giocato, e questo record non me lo toglierà nessuno, perché è una cosa impossibile. Il Mondiale è stata una esperienza straordinaria con compagni straordinari, ma finisce lì. Io sono nato con l’idea di fare il calciatore, l’ho fatto, anche ad alto livello, però lo sport è solo una parentesi della vita. Non vivo di trofei, anche perché non ne ho. La medaglia del Mondiale me l’hanno rubata nello spogliatoio a Madrid».

INTER IN FINALE BELLA NOTIZIA – «Certo, anche perché io da bambino ero interista, sono nato a cinquanta metri da San Siro. Però mi sono aperto un braccio andando a vedere Gianni Rivera. Ho 30 punti sul braccio destro, perché finché avevo la testa piccola passavo attraverso le sbarre, poi sono cresciuto e ho dovuto cominciare a scavalcare, ma un giorno uno steward mi stava correndo dietro e nel saltare mi sono fatto male. L’ho amato davvero, il calcio».

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