2017

Donnarumma titolare contro l’Olanda: quando il predestinato è anche fortunato

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Donnarumma, da poco maggiorenne, è pronto all’esordio da titolare con l’Italia nell’amichevole contro l’Olanda. Ma l’inizio del percorso dell’enfant prodige del Milan è stato anche accarezzato da un pizzico di fortuna

Dal 25 ottobre del 2015 il calcio italiano è cambiato. Perché Gianluigi Donnarumma ha certamente contribuito a scrivere una pagina memorabile del nostro movimento. Il suo esordio con la maglia del Milan, in casa contro il Sassuolo alla tenerissima età di 16 anni e otto mesi, ha lasciato a bocca aperta tutto il mondo, che ha visto piombare in Serie A un portiere straordinario, tanto per le enormi doti tecniche quanto per l’impressionante freddezza mostrata a San Siro. Donnarumma è sembrato, fin dalla sua prima passerella nel massimo campionato, un gigante. Da quel giorno, infatti, Mihajlovic prima e Montella a partire da agosto lo hanno reso il titolare inamovibile di un Milan che, se non avesse avuto lui in campo, avrebbe potuto sbandare in più di un’occasione. La ribalta rossonera gli ha spalancato anche le porte della Nazionale, tanto da spingere il ct Ventura a farlo esordire in amichevole contro la Francia lo scorso primo settembre. Roba che solo i fuoriclasse possono permettersi. Gigio continua a sorprendere tutto il mondo e domani sarà il grande giorno del debutto da titolare nel test contro l’Olanda: a difendere la porta azzurra non ci sarà Buffon, ma il piccolo grande Donnarumma, che in poco più di dodici mesi ha bruciato tutte le tappe possibili e immaginabili.

INCIDENTI DI PERCORSO – Ma la storia dell’estremo difensore campano è stata contraddistinta anche dalla fortuna, elemento indispensabile per permettere ai predestinati di imporsi. All’esordio in Serie A contro il Sassuolo Donnarumma stupì per la sicurezza esibita, ma quella gara venne macchiata dall’errore di posizionamento sulla punizione calciata dalla lunga distanza da Berardi. Il Milan vinse 2-1 e quell’ingenuità passò (giustamente) in secondo piano. Dopo la prova contro i neroverdi, il portiere rossonero collezionò prestazioni di altissimo livello, fino all’errore contro il Frosinone, che costò alla sua squadra una vittoria che si sarebbe rivelata di vitale importanza nella corsa all’Europa League. Sulla falsariga delle incertezze delle prime apparizioni a San Siro ecco un altro passo falso: la prima in Nazionale, in amichevole contro la Francia, è contraddistinta dalla pessima copertura del primo palo in occasione della rete di Kurzawa. Ma proprio il fatto che il test di Bari non fosse ufficiale fece passare in cavalleria la sbavatura del baby Donnarumma. Che, oltre ai miracoli in campionato con il Milan e in Supercoppa Italia a Doha contro la Juve (indimenticabile il rigore parato a Dybala), non è stato immune da colpe nemmeno quest’anno. La fortuna ha però ancora una volta baciato il volto del portiere in occasione della trasferta di Empoli: l’uscita avventata, nella circostanza che portato al gol di Saponara, viene cancellata dalle prodezze di Suso e Lapadula, che regalano tre punti d’oro alla banda di Montella. A rendere ancor più consistente la buona sorte del ragazzo ci ha pensato il periodo storico in cui si è imposto, con l’eterno Buffon destinato all’addio nel 2018. Sarà proprio la fine della carriera del portiere della Juve, che con la sua magnificenza ha oscurato una buona generazione di portieri come Marchetti, Sirigu, Perin, Abbiati, De Sanctis, Consigli e Viviano, a spianare la strada al giovanissimo rivale, non a caso finito nel mirino della Vecchia Signora. Poco male: Donnarumma è già un campione. Un campione protetto dalla dea bendata, la stessa che dovrà assisterlo domani contro l’Olanda. Perché anche i fenomeni hanno bisogno di un po’ di sano fattore C.

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