Editoriale
Donnarumma, debolezze e solitudini dei numeri uno
Donnarumma esce allo scoperto per la prima volta, manifestando un pizzico di malessere nella situazione al Paris Saint Germain e nel dualismo con Keylor Navas
Ci mancavano solo i mal di pancia di Gigio Donnarumma. Con un tempismo struggente, il portiere azzurro fa “coming out” ed esprime le difficoltà che sta riscontrando nella sua nuova avventura parigina.
La dichiarazione a TNT Sports mette in luce tutte le difficoltà nel ritagliarsi un ruolo credibile con la concorrenza di Keylor Navas: «Non influisce sulle mie prestazioni ma mi ‘disturba’. Non è facile perché ero abituato a giocare da titolare e a volte fa male stare in panchina, ma sono sicuro che la situazione si risolverà». Insomma, il supereroe degli Europei non è poi così super nella psiche.
La speranza è che non influisca per davvero nelle sue prestazioni, ma le ultime apparizioni con la maglia dell’Italia hanno portato in dote un paio di errori da matita rossa. Se la papera di San Siro l’avevamo un po’ tutti giustificata con il quadro psicologico compromesso dai sonori fischi dei tifosi del Milan, quella di venerdì sera contro la Svizzera è un nuovo campanello d’allarme.
Erroracci che non hanno inciso sui risultati (per fortuna), ma che evidenziano un’insicurezza di fondo che da uno tra i migliori portieri al mondo, seppur ancora giovane, non ti aspetteresti mai. Eppure quello del numero uno è il ruolo più delicato per antonomasia. E non solo per la totale solitudine in cui si vive in quei novanta minuti.
Altrettanto evidente che al cospetto di una sfida determinante come quella contro l’Irlanda del Nord, Roberto Mancini e gli Azzurri non possano permettersi di avere dubbi. Men che meno se le cose non dovessero andare come tutti ci auguriamo, perché affrontare due sfide secche playoff con un portiere “instabile” sarebbe un rischio incalcolabile. Che davvero non vogliamo correre.