2016
Donadoni ha triplicato il Bologna
La rivoluzione bolognese: con Donadoni sembra passato un tornado. E Mattia Destro ringrazia
Il Bologna 2015-16 prima di Roberto Donadoni, ossia sotto la guida tecnica del suo predecessore Delio Rossi: 6 punti in 10 gare di campionato alla media dunque di 0.6 punti a partita. Il Bologna con mister Donadoni: 13 punti in 7 gare alla media di 1.86 a partita. Rendimento di fatto triplicato ed esiste ancora chi ha il coraggio di affermare che l’allenatore non abbia particolare peso nell’economia di una squadra.
LA SVOLTA – Arrivata con poche mosse ma giuste: innanzitutto ha pagato l’impiego di Rossettini sulla corsia destra difensiva, nonostante non sia ovviamente un esterno di ruolo. Così Donadoni non ha rinunciato ai suoi centrali, l’ex capitano blucerchiato Gastaldello rende bene se abbinato alla rapidità in recupero di Maietta (o al recuperato Oikonomou) e l’abilità nel gioco aereo dello stesso Rossettini ha portato punti chiave in dote all’economia del Bologna. Peraltro, con un esterno di fatto bloccato, dall’altra parte (la corsia mancina) Masina si è sentito ulteriormente libero di esibirsi nelle sue oramai consuete quanto proficue scorribande.
MEDIANA – Nei gangli vitali del campo ecco immediata la fiducia ai giovani di valore, in primis a Diawara che con Rossi – soprattutto nelle battute iniziali – giocava a spezzoni: trovata continuità poi con l’ex allenatore, Donadoni non ha alterato l’ordine delle cose trovando l’equilibrio del suo Bologna con Donsah e l’impiego alternativo dei vari Taider, Rizzo, Brighi e (altra svolta, soprattutto con soluzioni a gara in corso per aggiungere qualità alla manovra) Brienza in cabina di regia. Lì dove è finora mancato l’apporto del promettente ed interessante Crisetig: a questo Bologna, considerando le caratteristiche di Diawara e Donsah, ossia di calciatori piuttosto completi e particolarmente dediti al sacrificio, sarebbe interessante aggiungere in sede di calciomercato un calciatore abile e lucido in fase di impostazione da affiancare alla forza fisica dei due giovanissimi classe ’96 e ’97.
E DESTRO – Che le fortune di questo Bologna siano strettamente intrecciate a quelle di Mattia Destro è qualcosa di fin troppo scontato. Ed anche in tal senso le statistiche sono impietose per la vecchia gestione e particolarmente indicative per la nuova: nessun timbro nell’era Rossi, ben 5 nelle 6 gare (squalificato nella sfida persa con il Torino) disputate sotto la guida Donadoni. Una vera e propria rivoluzione. Che peraltro la dice lunga sulle difficoltà incontrate prima dalla squadra e sull’evoluzione nella proposta di gioco riscontrata negli ultimi due mesi: l’eventuale approdo di un esterno offensivo di qualità eleverebbe ulteriormente le ambizioni di un Bologna che non ha alcuna intenzione di recitare il ruolo della comparsa nell’annata del suo ritorno in Serie A. Cinque lunghezze di distanza sul terzultimo posto occupato dal Frosinone, il Bologna può consolidare il distacco per guardare presto in avanti a nuovi obiettivi: con Destro intenzionato a prendersi la scena e mettere in crisi il commissario tecnico Antonio Conte in vista di Euro 2016.