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Do You Remember? Un’estate fa: i big di Napoli, Inter, Milan, Juve e Roma

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Do You Remember? Un’estate fa ecco chi erano i big di Napoli, Inter, Milan, Juve e Roma in vista dell’inizio della Serie A

«Leve lunghe, colpo di testa, pericoloso anche da lontano: un signor centravanti». Secondo voi, di chi è questa descrizione? Intanto, andiamo a datarla. Nel tradizionale numero di SportWeek dedicato all’inizio del campionato, forzatamente di presentazione parziale delle squadre dato il mercato ancora aperto, il Napoli di Luciano Spalletti veniva annunciato attraverso colui che era ritenuto la stella della squadra: Victor Osimhen. Mai previsione si è rivelata più esatta e non ci stupiremmo che fra due sabati la scelta sarà identica per lanciare il nuovo campionato. Per un big che ha rispettato i pronostici, anzi è andato pure oltre recitando da dominatore assoluto, andiamo a scoprire se anche gli altri hanno avuto la stessa capacità e, soprattutto, se lo status da leader lo hanno ancora.

In copertina spiccavano cinque volti, cinque stelle del firmamento. Accanto a Osi, c’era un Paulo Dybala vestito di giallorosso, un inedito assai promettente. Pensando al suo gol nella finale di Europa League e ad altre meraviglie assortite, anche nel suo caso è ancora saldamente in vetta nella leadership della Roma. Anche il Milan, nonostante una campagna acquisti numericamente sostanziosa come poche altre volte, ha in Leao il giocatore fuori categoria, oggi come allora e se possibile anche di più: proprio in virtù di tanti cambiamenti, è lui la certezza alla quale Pioli si ancorerà.
Il mondo è cambiato, invece, in casa Juve. Angel Di Maria non è stato quel che si pensava, anche se nella strana annata trascorsa a Torino non è certo il principale responsabile del salto di qualità. Ma dove il mondo è davvero stravolto è nella figura dell’interista, Romelu Lukaku, che un’estate dopo potrebbe continuare a guadagnare un posto in prima fila ma con la maglia a strisce bianconere che aveva giurato di non vestire mai. Per quest’anno, impossibile che l’uomo simbolo di Inzaghi non sia Lautaro, più che mai punto di riferimento e trascinatore nerazzurro.

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