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Do You Remember? Perché Allegri nega la difesa a 3?
Massimiliano Allegri continua a negare e rinnegare la difesa a 3 per la sua Juventus: ecco le quattro possibili spiegazioni
Prima di Juventus-Sassuolo, a precisa domanda in conferenza stampa, Allegri ha in parte negato l’atto d’origine della sua prima Juventus, che altro non era che l’eredità immediatamente raccolta dell’impostazione di Antonio Conte: la difesa a 3. Il conte Max (così li uniamo entrambi…) ha detto chiaramente: «Io non mi ricordo quando le mie squadra hanno difeso a 3. Forse in impostazione, ma le mie squadre non hanno mai difeso a 3», anche se tutti si ricordano che nella gara d’esordio a Verona con il Chievo nel lontano 2014 Caceres, Bonucci e Ogbonna componevano il trio, mentre Lichtsteiner e Asamoah agivano sulla linea di centrocampo.
La domanda è istintiva: perché Allegri fa il vago sulla questione, tenendo conto che non ha inventato lui la BBC, ma certamente è colui che l’ha esaltata maggiormente facendola diventare un marchio di fabbrica?
Proviamo a ipotizzare una serie di risposte, anche facendo ricorso a qualche sforzo di memoria.
- Non vuole parlare di moduli. Non li ama, non vuole che la proclamata “semplicità” del calcio che preferisce venga ridotta in una formula, non ha mai nascosto questa convinzione e la ripropone, in forme diverse, ogni qualvolta gliela propongono. Del resto, a fine gara, quando gli hanno fatto i complimenti per la variazione di assetto tattico già nel primo tempo con Cuadrado a sinistra e il 4-3-3, Allegri non ha filosofeggiato e ha espresso la sua massima forma d’autocritica, sempre legata all’idea che le partite siano evoluzioni da interpretare: «In quel momento lì avevamo subito troppi tiri in porta, ho cambiato per coprire meglio il campo. Da lì è nata una partita giusta. O ho fatto male prima o bene dopo».
- Guarda il campo in modo opposto. Chi disegna i moduli, lo fa sempre con la prospettiva dell’attacco o dei ruoli (e anche lì ci sarebbe da dire, date le tante variazioni in corso d’opera). É vero che non si difende mai a 3, la linea ha sempre un componente in più (se non 2 in caso di necessità). Per un allenatore convinto che subendo meno gol si vincono partite e campionati, lo sguardo non può che essere quello reale sulla linea di difesa e non quello d’impostazione. Perciò, la difesa a 3 non esiste.
- Non vuole fare pensare che in un reparto siano fatte scelte definitive. E che tanto meno si opti per la linea a 3 per dare a Bremer una continuità con il suo passato torinista, visto che il brasiliano sa dare risposte anche sul centrosinistra.
- Lavora sulla trasformazione. I primi complimenti ricevuti da Allegri quando da neo-allenatore bianconero era in tournée in Oriente, riguardavano proprio la sua capacità di variare in corso d’opera. A Singapore, nel 2014, in un test con doppietta di Pirlo e 5-0 complessivo, i giornali scrissero che dopo le insistenze metodiche di Conte su un modulo, era arrivato un allenatore capace di variare ben 4 volte l’assetto tattico. Una duttilità che serve anche a occultare limiti nell’organico, per i quali difficilmente si sentirà Allegri lamentarsi, se non a cose fatte, dopo averci provato fino in fondo.