2017

Diritti tv, negata tre richieste d’arresto per gli ex Infront e MP&Silva

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La richiesta della Procura di Milano viene respinta: M.B., G.C. e Silva liberi da accuse secondo il Tribunale del Riesame

L’inchiesta sui diritti tv subisce una batosta e, a questo punto, pare destinata all’archiviazione. Il Tribunale del Riesame ha confermato il no alla richiesta di arresto, avanzata dalla procura di Milano, per gli ex manager di Infront M.B. e G.C. e per Riccardo Silva, ex presidente di MP&Silva. E lo fa con parole pesanti. «La disintegrazione delle ipotesi accusatorie» dei reati contestati finisce «per rendere evanescente qualsiasi considerazione sull’esistenza di un’associazione per delinquere». I pm milanesi, che lavorano dal 2015 sulla ricca partita dei proventi televisivi della Serie A, contavano di compiere un salto di qualità nell’inchiesta includendo, appunto, il reato di associazione per delinquere. Da qui la richiesta di arresto per tre degli indagati, respinta prima dal Gip e poi dal Tribunale del Riesame, che si spinge più in là.

RICOSTRUZIONE – Secondo i magistrati M.B., G.C. e Silva avrebbero costituito un’associazione a delinquere «finalizzata a commettere una serie indeterminata di delitti, tra i quali turbativa d’asta, autoriciclaggio, truffa aggravata, ostacolo alle funzioni di vigilanza, evasione fiscale e tutti quei reati di volta in volta necessari per governare i processi di sfruttamento dei diritti audiovisivi del calcio, con l’impossessamento di denaro che avrebbe dovuto entrare nelle casse della Lega». Erano finiti nel registro degli indagati anche Enrico Preziosi e Claudio Lotito (Adriano Galliani coinvolto ma mai formalmente indagato), in un disegno dei pm per il quale fin dal 2009 sarebbero state turbate le aste dei diritti tv, tra l’altro favorendo Mediaset su Sky. Il Riesame chiarisce intanto che si tratta di gare private, senza alcun «interesse o ruolo della Pubblica Amministrazione», e seppure ci siano state «azzardate operazioni finanziarie», queste non hanno recato «alcun danno alla Lega, alle società di calcio o ai singoli competitor». Trattasi di una faccenda, semmai, per la giustizia sportiva.

ESTERO – I giudici del Riesame si soffermano sui bandi peri diritti esteri, che tante polemiche all’interno della Lega hanno suscitato in questi anni. E scrivono, come riporta “La Gazzetta dello Sport”: «MP&Silva ha sempre depositato offerte più alte rispetto agli altri concorrenti. Ciò che è riuscito a guadagnare immettendo sul mercato estero, con grande profitto, i diritti audiovisivi legittimamente acquisiti non può certo rappresentare indice di fraudolenza».

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