Dionisi: «Raspadori? Non mi stupisce. Che emozione sfidare Mou! E su Scamacca dico che...» - Calcio News 24
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Dionisi: «Raspadori? Non mi stupisce. Che emozione sfidare Mou! E su Scamacca dico che…»

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Alessio Dionisi, tecnico del Sassuolo, ha parlato al Corriere dello Sport della sfida contro la Roma di Mourinho. Le sue parole

Alessio Dionisi, tecnico del Sassuolo, ha parlato al Corriere dello Sport della sfida contro la Roma di Mourinho. Le sue parole.

2004 – «Dov’ero nel 2004 quando Mourinho vinse la Champions? In Serie D, nel Voghera, dove giocavo difensore».

2010 – «Nel maggio 2010 nella Tritium, vincemmo il campionato di Serie D».

MOURINHO – «Che effetto fa? Un bellissimo effetto. Mourinho ha scritto la storia del calcio e quando smetterà, lascerà un segno indelebile avendo vinto due Champions con due formazioni non favorite come Porto e Inter. Ha un grande carisma e indubbie capacità. È uno dei migliori del 21° secolo».

COME SARA INCONTRARLO – «In questi anni mi è capitato di incontrare tecnici più esperti. Fortunatamente non sarò io contro lui ma il Sassuolo contro la Roma. Non lo avrei mai pensato possibile e invece..non vedo l’ora di stringergli la mano».

COSA TEME DELLA ROMA – «Le individualità e la voglia che hanno dimostrato di sacrificarsi. Per noi non sarà facile perchè di fronte avremo anche il pubblico dell’Olimpico: quel tifo deve essere uno stimolo e non condizionarci in negativo come un po’ è successo a Verona».

VIA DZEKO DENTRO ABRAHAM – «Anche se diversi parliamo di due grandi bomber. Dzeko lega più il gioco, l’inglese è un grande finalizzatore, abile ad attaccare l’area avversaria. L’età è dalla sua».

TOGLIERE LUI ALLA ROMA – «E poi giocherebbe Shomurodov…meglio non dire nessuno e misurarci contro la Roma così com’è. Ovvero una squadra forte che farà un campionato di alto livello. Sarà difficile ma non saremo vittime sacrificali».

FAVORITA SCUDETTO – «Mi piacerebbe dire l’Atalanta, però credo che chi ha vinto l’ultimo scudetto sia la prima candidata insieme alla Juve».

SETTE SORELLE – «I valori tecnici e fisici di quelle squadre sono superiori. In una partita secca può succedere di tutto, ma alla fine in una stagione i valori emergono. Noi abbiamo ceduto Locatelli, Marlo. e Caputo e a oggi non sappiamo dove collocarci. Sicuramente siamo sotto a queste sette: sarà il campo a dire quale posizione meritiamo, dalla ottava in giù. Il nostro inizio è stato positivo ma è presto per dare giudizi».

ITALIA MADE IN SASSUOLO – «È una bella cosa per il Sassuolo e per l’Italia: vuol dire che in Nazionale non ci arrivi soltanto giocando nelle big. Vederli tutti e tre insieme (Locatelli, Berardi e Raspadori ndr) deve essere un vanto per il nostro club e uno stimolo per i ragazzi».

GOL RASPADORI – «Non mi stupisce. Ora inizieranno a parlarne tutti ma lui non cambierà atteggiamento perché il ragazzo è più forte del giocatore. Che è bravo si vede da come tocca il pallone, ma quando lo conosci capisci che persona è».

DOTE PRINCIPALE RASPADORI – «Vede la porta, è duttile, continuo durante le partite».

BERARDI – «In Svizzera ha giocato e non mi aspettavo durasse così tanto. Ora rientra da noi con entusiasmo e lo accoglierò a braccia aperte contando di rivedere il vero Berardi. Per il Sassuolo in passato è stato un giocatore determinante e dai primi allenamenti ho capito che può esserlo anche in futuro».

SALTO QUALITÀ SCAMACCA – «Deve trovare continuità nella singola gara e poi nella stagione. Ha doti individuali importanti e poi à un bravo ragazzo che si è applicato molto. Da lui mi aspetto tanto».

CAPUTO«Caputo è partito perché c’erano giocatori bravi e perché tutte e tre le parti erano d’accordo».

EREDITA DE ZERBI – «È una responsabilità perchè lui ha lavorato qui tre anni, ha fatto bene ed ha permesso a tanti giocatori di crescere. La società mi sta dando l’opportunità di allenare un gruppo con una grande impronta. e io voglio dare continuità ma non sono De Zerbi. Qualcosa di diverso ci sarà».

EMPOLI – «All’Empoli ripenso sempre con affetto. Se sono diventato l’allenatore del Sassuolo è grazie a quello che ho fatto lì e ai giocatori che avevo. Succede che dopo un addio i rapporti non siano idilliaci ma il tempo mette a posto le cose se ci sono persone vere. Io non mi sono lasciato male anche se l’ultimo ricordo della gente non è positivo».

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