Inter News
Dimarco: «Ho lavorato molto per essere un giocatore perfetto per l’Inter. Lautaro Martinez deve migliorare su queste cose»
Federico Dimarco, esterno dell’Inter, ha voluto rilasciare qualche dichiarazione sui suoi compagni di squadra e sulla sua carriera
Federico Dimarco è intervenuto a My Skills su Dazn, dove – l’esterno dell’Inter – è stato intervistato da Valon Behrami: tra i compagni di squadra nerazzurri e ovviamente la sua carriera.
DIMARCO E LA TECNICA IN CAMPO – «Uso il collo interno del piede sinistro, è la parte del piede che mi consente di dare la giusta forza per cercare di mettere l’attaccante in condizione di far gol. Un giocatore che ho sempre guardato per tecnica di calcio è Kolarov, mi è sempre piaciuto il suo modo di calciare. Ho avuto la fortuna di allenarmi con lui per un po’ di tempo»
PUNIZIONI – «Io e Calhanoglu siamo d’accordo: da sinistra le calcia lui, da destra le calcio io. Non abbiamo neanche bisogno di parlarci, io cerco sempre di dargli una mano, ad esempio nel posizionamento della barriera. Siamo sempre in sintonia. Sfortunatamente però ne stanno capitando tante nella parte sinistra (ride)»
DIMARCO AUTO-SPIEGA IL SUO MODO DI GIOCARE – «Nelle mie caratteristiche non ho il dribbling quindi preferisco saltare l’uomo con un primo controllo o con un uno-due. Mi diverte controllare il pallone di prima sulla corsa, mi piace. Nel nostro calcio sono fondamentali i tempi di gioco: siamo sempre in movimento. È molto, molto divertente il nostro gioco. Penso che si veda anche da fuori quanto ci divertiamo, che stiamo bene tra di noi, in campo lo facciamo vedere»
LAUTARO MARTINEZ – «Parliamo di un attaccante fortissimo. Deve capire che anche se ha dei momenti no, rimane sempre un giocatore forte. Non si deve intestardire, sa che alle spalle ha una squadra che lo sostiene sempre. È un giocatore che ha preso ancor più responsabilità da quando è diventato capitano e questo è stato un bene sia per lui sia per noi»
ESSERE UN TIFOSO DELL’INTER – «Da quando sono tornato dopo l’esperienza al Verona ho lavorato molto sull’essere giocatore dell’Inter ma anche tifoso. Il primo anno un po’ ho sofferto questo aspetto, il dover dimostrare quel qualcosa in più che al tifoso avrebbe fatto piacere. Ho capito che dovevo semplicemente essere me stesso, essere tranquillo. Canto anche io e ascolto il coro dei tifosi, quel “te l’ho promesso da bambino”. È un coro bellissimo, a cui sono legato perché è la verità: io da bambino mi ero promesso di giocare nell’Inter e ci sono riuscito».