2020
Diego Maradona fa 60, i guizzi in campo e gli eccessi che lo hanno reso immortale
La leggenda di Diego Armando Maradona, tra magie sul campo e gli eccessi fuori che lo hanno accompagnato da sempre.
Due vite, entrambe al massimo, mai tanta creazione e distruzione in un unico uomo. Come pochissimi prima e dopo di lui (forse Best), Diego Armando Maradona si è concesso il lusso di vivere due vite, contemporaneamente: la prima da calciatore sublime e intoccabile, la seconda da rockstar tra eccessi e vizi. Eppure la seconda non è mai riuscita a intaccare minimamente la grandezza della prima, nonostante una sregolatezza ben al di fuori del limite di tolleranza nel mondo del calcio. Bellissimo ma anche dannato, con la maglia numero 10 del Napoli è salito in cielo diventando un Dio in terra, ma era decisamente più a suo agio nelle bolge dantesche dei festini di Buenos Aires, accompagnato da una corte di amici, donne e sostanze.
Eccessi anche in campo, quasi sempre guizzi meravigliosi o maliziosi: lo scudetto a Napoli, il gol di mano con l’Inghilterra, l’altro scartando mezza squadra, i pallonetti da 35 metri e la punizione accarezzata contro quella Juventus. Dava la percezione di essere sopra ogni cosa, le leggi fisiche e calcistiche, e quelle della vita comune, schierato sempre contro i poteri forti e le istituzioni, vicino a chi gli voleva bene. Così speciale che nemmeno una vagonata di vizi e un brutto infortunio sono riusciti a incrinare il suo genio calcistico, come successo per altri grandissimi, ma lontanissimi da lui: Van Basten, Adriano o Gascoigne. Generoso coi compagni, sempre di cuore, come quando accettò una sgambata in mezzo al fango di Acerra nel 1984 per beneficenza, ecco l’essenza di Diego, il più grande di sempre insieme a Pelé, oggi fa 60 anni ma dentro è rimasto il ragazzino di Villa Fiorito.