2014
Dieci splendide scene di calcio in dieci film che non parlano di calcio
Lasciate perdere “Febbre a 90” o “L’allenatore nel pallone”: ecco le dieci scene di calcio più belle prese da film che non hanno il pallone come protagonista
DIECI SCENE DI CALCIO – Tutti voi sicuramente avrete visto film come Febbre a 90 oppure Fuga per la vittoria o ancora L’allenatore nel pallone, pellicole incentrate prettamente sul calcio e che hanno regalato ai posteri scene emozionanti che ancora oggi vengono citate in qualsiasi circostanza. Ma quali sono le scene di calcio più belle nei film che non hanno il calcio come tema portante? Non è così comune trovare frammenti di lungometraggi che trattano il pallone in maniera specifica, ma comunque qua e là nel panorama cinematografico mondiale si hanno delle perle di rara bellezza. Abbiamo provato a selezionare dieci scene di calcio da film drammatici, comici, addirittura thriller ma che comunque non fossero di genere sportivo. Ve le proponiamo di seguito, ma sicuramente le conoscete già, da calcio-cinefili quali siete.
10. IN NOME DEL POPOLO ITALIANO (DINO RISI, 1971) – Siamo agli sgoccioli del capolavoro di Dino Risi che vede protagonisti Vittorio Gassman nei panni di un viscido industriale senza scrupoli e Ugo Tognazzi nel ruolo del giudice che vuole incastrarlo. Mentre Tognazzi legge le prove dell’innocenza del rivale, tutto intorno a lui si scatena il finimondo per una fantomatica vittoria dell’Italia contro l’Inghilterra. Tifosi inferociti, preti che parlano in latino esultando, bifolchi per le strade, auto in fiamme e Gassman dappertutto: il calcio è l’oppio dei popoli.
9. PANE E CIOCCOLATA (FRANCO BRUSATI, 1973) – Nino Manfredi è un italiano emigrato in Svizzera per cercare lavoro ma che deve affrontare l’ostilità dei locali. Una sera in un bar assiste alla partita tra Inghilterra e Italia ed è l’unico tifoso azzurro e per non essere vittima delle offese degli svizzeri, finge pure lui di essere elvetico. Ci pensa però Fabio Capello a ridestarlo dal torpore con il gol dell’uno a zero che fa esplodere Nino Manfredi in un “Gooool!” che sa tanto di liberazione, perché il calcio da che mondo e mondo è la valvola di sfogo migliore.
8. SCUSATE IL RITARDO (MASSIMO TROISI, 1983) – L’incomunicabilità tra uomo e donna è dovuta molto spesso al fatto che mentre il genere femminile vuole capire le cause della rottura di un rapporto, il maschio è più interessato ad ascoltare Tutto il calcio minuto per minuto. E se il Napoli, che ha fatto lo squadrone, perde in casa contro il Cesena allora Massimo Troisi è giustificato e Giuliana De Sio deve solamente girarsi dall’altra parte. E’ quello che accade in una delle scene più divertenti nel riuscitissimo film di Troisi. «Mannagg’ la miseria, il Napoli mio sta perdenn’ co’ ‘u Cesena…».
7. L’ATTIMO FUGGENTE (PETER WEIR, 1989) – Il capolavoro che ha consacrato Robin Williams contiene in sè anche uno spezzone legato al mondo del calcio. A un certo punto l’eccentrico professor Keating porta i suoi alunni sul campo da gioco e li fa esercitare in una sessione di rigori molto particolare: i ragazzi infatti devono sfogarsi calciando il pallone (male, ma la connotazione estetica qui c’entra poco) e recitando versi di alcune poesie per incrementare la loro creatività e liberare il proprio spirito. E adesso immaginatevi una sessione di rigori con i giocatori della Juventus che recitano Petrarca.
6. IL MARITO (NANNI LOY E GIANNI PUCCINI, 1957) – Alberto Sordi sta innaffiando le piante sul terrazzo quando passano i tifosi della Lazio e lui, da buon romanista, inizia a insultarli. Poi, il flash: è il giorno del derby e lui è in ritardo clamoroso. La moglie però è una specie di piovra, e qui torna l’annoso tema dell’incomunicabilità tra femmina e maschio, spiegato splendidamente dal seguente dialogo: «Non rimani a pranzo, farò una figuraccia le mie amiche» «E io non faccio una figuraccia con centomila romanisti? Ma proprio oggi dovevi invitarle?».
5. MEDITERRANEO (GABRIELE SALVATORES, 1991) – Il calcio torna spesso nei film di Salvatores, anche nel suo capolavoro Mediterraneo ci sono tracce indelebili in due scene, entrambe con protagonista l’ottimo Diego Abatantuono. Nella prima il tenente Lorusso va in gol dopo un dribbling alla Messi, ma il paese intero era fermo; poi la scena del rigore: Abatantuono in porta cerca di intimidire Giuseppe Cederna e questi scappa via. Grande portiere? Non proprio, la verità è che un aereo sta atterrando proprio accanto alla porta. Da notare una certa somiglianza tra il Bisio versione 1991 e Attilio Lombardo.
4. FANTOZZI (LUCIANO SALCE, 1975) – Una scena che non ha bisogno di troppe spiegazioni: è senza dubbio una delle sequenze più comiche del cinema italiano e soprattutto la più divertente a proposito di calcio mai realizzata nella storia del cinema. La partita Scapoli vs Ammogliati nel film di Paolo Villaggio raggiunge il climax della risata e ancora oggi capita nelle partitelle del giovedì di vedere San Pietro sulla traversa oppure gente che svirgola il pallone manco fosse Fantozzi, appunto. Robinho in una gara del genere avrebbe fatto la sua porca figura.
3. MARRAKECH EXPRESS (GABRIELE SALVATORES, 1989) – Riecco Salvatores con una sequenza che ormai è leggenda e provoca un senso di nostalgia per i bei tempi andati. Ripresa in seguito da altri registi, la sfida tra Italia e Marocco per recuperare il pezzo della macchina con dentro i soldi è ormai una classica del calcio italiano: Bentivoglio – calciatore in verità in gioventù – dà il meglio di sé mentre Abatantuono passa più tempo ad aggiustarsi la sciarpa che palla al piede. Grande Cederna, decisivo Gigio Alberti in versione Gigi Buffon. Vince chi arriva ai dieci.
2. IL SEGRETO DEI SUOI OCCHI (JUAN JOSE’ CAMPANELLA, 2010) – Esteticamente è la scena più bella mai girata con protagonista il calcio: un piano sequenza di cinque minuti che parte da una panoramica del Cilindro (attualmente Estadio Juan Domingo Peron), arriva in tribuna dove il protagonista Ricardo Darin deve cercare un assassino e si conclude dopo varie peripezie con un arresto in campo subito dopo un gol del Racing Avellaneda. Strepitosa prova da parte di tutti gli attori in scena, il miglior piano sequenza – e anche il più difficile – negli ultimi cinque anni di cinema.
1. TRE UOMINI E UNA GAMBA (MASSIMO VENIER E ALDO, GIOVANNI & GIACOMO, 1997) – Al primo posto non poteva che esserci un altro Italia – Marocco, divenuto assai più famoso di quello di Salvatores nonostante sia un gustoso omaggio. Aldo, Giovanni & Giacomo devono recuperare il famoso Garpez, finito a fare da palo a una porta sulla spiaggia. Giacomo contratta e anche qui bisogna arrivare ai dieci, il resto è un profluvio di citazioni. Da Giovanni e il ritorno della Grande Inter, alla parata di Marina Massironi sul rigore passando per una rovesciata sempre di Giovanni, inutile ai fini del risultato. C’è una cosa però che voi tutti avete sempre sognato dopo aver visto questo film: segnare un gol in tuffo di testa spuntando dalla sabbia come Aldo. Di gran lunga la miglior partita di calcio del cinema italiano.