Maignan sul RAZZISMO: «Ecco perché ho lasciato il campo durante quella partita. Penso che...»
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Maignan sul RAZZISMO: «Ecco perché ho lasciato il campo durante quella partita. Penso che…»

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Maignan, portiere del Milan, ha voluto rilasciare qualche dichiarazione: tra Milan, obiettivi e ovviamente anche il tema razzismo

Maignan ha concesso un’intervista a The Bridge, un format di ESN Media su YouTube. Queste le parole del portiere del Milan.

HA MAI PERSO CONTRO SE STESSO – «Si è successo, ma è una lezione di vita. Io imparo dalle lezioni».

QUANDO NON E’ STATO AL MEGLIO – «Beh, la scorsa stagione, per chi ha seguito un poco il Milan. La scorsa stagione penso di essermi ritrovato a perdere contro me stesso, perché la mia lotta è rimanere sempre concentrato su cosa sono bravo a fare, su di me, e non di rimanere coinvolto in tutto quello che accade attorno a me. Mi sono dunque trovato davanti a delle brutte sfide. Quelle che dovevo affrontare non le ho vinte, e per questo so di aver perso. Quindi, quello che farò, e l’ho già detto, è di imparare da questa lezione per essere più forte in questa stagione».

MIGLIORARE LA MENTALITA’ – «Tu hai detto (rivolgendosi a Samuel Eto’o ndr) una parola importante “pazzia”. Se non sei folle, pazzo, se non hai questa mentalità, non puoi essere di conseguenza un portiere. Oggi giorno tutti i portieri di un certo livello, e stiamo parlando di quelli importanti, devono essere pazzi ed avere una forte mentalità, perché sennò non funziona. Oggi è difficile trovare un portiere di un certo livello che non abbia tutte queste caratteristiche, perché sennò viene automaticamente surclassato dai suoi compagni di squadra, dalla pressione, dagli errori, anche se tutti possono commettere degli errori, ma la cosa più importante è quello che fai dopo»

PORTIERE A CUI SI ISPIRA – «Onestamente, non mi dilungherò troppo, mi piace tanto Neuer. È un grande, ha completamente cambiato il modo di interpretare il ruolo. Ma anche lui può commettere degli errori, come successo in semifinale di Champions League contro il Real Madrid, eppure questo non cambia niente, perché tutti commettiamo degli errori, ma è alla fine come tu reagisci a questi. E, io penso, che anche se la fine della partita era vicina, il suo errore, per un giovane portiere come me, e per gli altri che sono ancora più giovani, ci servirà per dire: “Anche i migliori commettono degli errori”. Che questo possa dunque essere uno sprono per continuare anche nonostante i nostri errori».

RAZZISMO – «Ho lasciato il campo, perché era successo una volta, abbiamo parlato con l’arbitro, la Federazione, le cose dovevano cambiare ma non è cambiato niente e ho lasciato il campo. Me ne sono andato, mi sono preso le mie responsabilità, la mia squadra era unita, sono usciti dal campo con me sperando che cambiassero le cose ma fino ad ora non è cambiato molto. Quello che è peggio è che non te lo dicono nemmeno in faccia».