2017

L’ammissione di Di Natale: «Evitavo di giocare contro il Napoli»

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L’ex attaccante dell’Udinese, Antonio Di Natale, ha parlato della sua carriera e del rapporto con il Napoli

Antonio Di Natale, ex attaccante dell’Udinese, è intervenuto ai microfoni di Radio Crc: «Ho riposato un po’ dopo 21 anni di calcio, ora vado a veder giocare qualche ragazzino perché amo vedere i giovani. Naturalmente sento la mancanza del campo, ma avevo bisogno di riposare. Il campionato? La Juventus ha qualcosa in più delle altre squadre, ma Napoli e Roma stanno facendo un ottimo lavoro e credo che tra qualche anno potranno giocarsela alla pari con i bianconeri. Il Napoli? Sarri sta dimostrando di essere un ottimo allenatore ed è bello veder giocare gli azzurri. Insigne quest’anno è cresciuto tanto e sta cominciando a segnare di più. E’ un grande calciatore e credo che se Ventura gliene darà la possibilità, farà bene anche con l’Italia. Se ho dei rimpianti? Nessuno. Grazie all’Udinese ho potuto disputare 2 Mondiali e un Europeo, ho giocato la Champions e non credo che potessi chiedere di più. Magari da un’altra parte potevo vincere di più, ma la mia famiglia stava bene ad Udine. Lì ho vissuto qualche anno con Quagliarella e mi parlava sempre di Napoli. Quando gli azzurri lo acquistarono era il ragazzo più felice del mondo. Forse meriterebbe di giocare un altro anno con il Napoli, lo merita lui e la sua famiglia: hanno sofferto molto. Perché non ho giocato nel Napoli? Sono napoletano ed amo Napoli, ma per me indossare quella maglietta sarebbe stato troppo pesante ed avevo paura di non fare ciò che invece ho fatto. Resto comunque un grande tifoso del Napoli. M’interessano anche Empoli e Udinese, queste tre sono le mie squadre del cuore. Non giocavo contro il Napoli? Segnare agli azzurri era come segnare a mio fratello e per questo era meglio evitare. Ai partenopei manca poco per essere al livello della Juventus, ma è importante trattenere tutti, compreso il tecnico, per poi aggiungere qualche giocatore importante a questo gruppo. L’anno prossimo chiederò a Sarri di poter vedere qualche allenamento, perché mi piacerebbe poter lavorare con i giovani. Non è detto che un calciatore può diventare un buon allenatore, ecco perché devo capire se sono in grado di farlo. Il mio erede? Credo Insigne, deve solo trovare la via del goal con più continuità».

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