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Di Mariano: «Equilibrio, coesione e fortuna: la ricetta per andare in A col Palermo»
Francesco Di Mariano, esterno offensivo del Palermo, ha parlato al Corriere dello Sport dell’obiettivo della squadra in stagione
Francesco Di Mariano è l’unico palermitano della squadra rosanero. Che ha un calendario difficile in Serie B, contro le seconde in classifica appaiate, prima il Como e poi la Cremonese. L’occasione giusta per affacciarsi in alto e scalare le posizioni. Il giocatore ne ha parlato con il Corriere dello Sport.
LA CRESCITA DEL PALERMO – «Molto dipende dal gruppo e dal modo di lavorare coesi e indirizzati verso un obiettivo comune. Siamo tutti partecipi, non ci sono titolarità assolute, quando ti chiamano sai che devi rispondere per il bene del Palermo. É quanto sta avvenendo, penso a Stulac che sabato a Piacenza ha dovuto sostituire all’ultimo momento Gomes influenzato e si è fatto trovare pronto».
MIGLIOR ASSIST MAN CON HENDERSON – «Il dato mi fa piacere perché io lavoro per aiutare la squadra ad arrivare a risultati importanti. Il posto in squadra? Non mi sono mai fatto un problema ad iniziare in panchina. Il “sono tutti titolari” di Corini è una realtà messa in pratica, lui ci alterna, ci coinvolge, chi entra si sente parte del gruppo allo stesso modo di chi inizia. É un aspetto su cui l’allenatore spinge tantissimo, per stare al vertice devi avere 23 giocatori più o meno di pari valore».
I TANTI GOL CON ZENGA ALLENATORE – «Allora giocai anche da prima punta con compiti diversi, mi veniva lasciata più libertà. Ogni allenatore mi ha dato tanto, penso a quelli con cui sono andato in A, Zanetti che mi volle confermare e Baroni a Lecce. Ricetta promozione? Ogni annata è diversa, le doti principali restano equilibrio e coesione e spesso conta anche la fortuna. Col Lecce facemmo una stagione sulle montagne russe, sembrava fatta ma alla penultima giornata perdemmo col Vicenza e ci siamo ritrovati a giocarci tutto all’ultima partita».
CORINI DAL NOVARA A OGGI – «Sono passati diversi anni ma il mister da sempre lavora su un calcio offensivo, non a caso adesso siamo il secondo miglior attacco. Prepara bene le partite, è molto attento e scrupoloso, inoltre si fa voler bene dallo spogliatoio: è una persona seria, apertissimo al dialogo, sa quando darti la carota e quando il bastone»